L’Unitre dei 5 Reali Siti incontra Quella di Andria presso Ordona

A cura di Annito di Pietro.

Alle porte di Ordona sorgeva l’antica città di Herdonia, le cui prime tracce di occupazione risalgono al Neolitico (VI-V millennio a.C.). Il villaggio fu uno dei principali luoghi di produzione della ceramica geometrica dauna.

Herdonia divenne municipio romano, assumendo l’architettura tipica del foro con la basilica civile, l’anfiteatro, il mercato (macellum), le terme, le botteghe (tabernae) e i numerosi magazzini adibiti alla conservazione del grano. La città conobbe la sua massima fase di sviluppo e prosperità in età imperiale, grazie alla costruzione della via Traiana (che soppiantò la via Minucia) e della successiva via Herdonitana.

L’abbandono del villaggio è attestato durante il XV secolo circa. Solo tra il XVII e XVIII si sviluppò grazie alla presenza e al lavoro dei Gesuiti, entrando poi a far parte dei Cinque Reali Siti. Solo nel 1962, Joseph Mertens riscoprì il villaggio perduto.

È proprio qui, a Ordona, in questa atmosfera suggestiva, che si è svolto, il primo aprile, l’incontro tra i membri dell’UNITRE dei Reali Siti e quelli dell’UNITRE di Andria. L’iniziativa è stata pensata e organizzata dal presidente Annito Di Pietro in collaborazione con la presidente dell’Unitre di Andria, la professoressa Maria Rosaria Inversi.

Tutto è iniziato con l’accoglienza, presso il Municipio di Ordona, degli amici di Andria, intorno alle ore 15:00, seguita da un interessante e proficuo confronto circa programmi e obiettivi delle due associazioni. In sèguito tutti i convitati hanno raggiunto la Parrocchia di San Leone, dove attendeva il parroco don Silvio Pellegrino, persona squisita che ha accolto gli ospiti con il sorriso e con estrema cordialità.

Alle ore 15:30 è iniziata la Via Crucis, al termine della quale il parroco ha benedetto il pane azimo e offerto le palme ai presenti. La Santa Messa è stata cantata dalla corale dell’Unitre dei Cinque Reali Siti, la cui esibizione ha riscontrato un grande successo, meritando applausi e congratulazioni dagli astanti.

All’uscita dalla Chiesa, c’era la sindaca di Ordona, l’avvocata Adalgisa Latorre, che ha invitato gli ospiti a seguirla per un’uscita panoramica, durante la quale ha annunciato che l’antico palazzo Formoso, ora ristrutturato, sarà la sede della Cultura, di mostre, incontri e rassegne artistiche in generale. Si è proseguito visitando il nuovo Comune con la sua bella piazza.

Gli ospiti hanno apprezzato e ammirato il paese, sorpresi dalla gentilezza e della disponibilità della sindaca. Successivamente si è giunti al Museo Civico, dove attendevano due guide, che hanno saputo illustrare con chiarezza il percorso proposto dalla visita museale.

Tra le associazioni e la sindaca ci sono stati scambi di doni e guidoncini, con ringraziamenti sinceri. In sèguito l’amministrazione comunale ha offerto un ricco buffet, con gioia e consolazione dei presenti. Si è trattato di un pomeriggio all’insegna della Cultura e dello scambio, del dialogo e della convivialità, in cui è stato bello constatare la partecipazione attiva di tutti i presenti.

Serate come queste favoriscono la conoscenza del nostro territorio e, in questo caso, di una cittadina, Ordona, che si avvia a percorrere temi culturali di grande interesse. Solo organizzando eventi come questo, è possibile creare legami tra le cittadine del nostro territorio affinché lavorino in sinergia per una vera rinascita culturale dei Reali Siti.

È necessario fare un’ultima riflessione sulla Corale dell’Unitre dei 5 Reali Siti: dopo poco più di un anno, il progetto va delineandosi sempre meglio, avviandosi verso una sua completa e più stabile organizzazione. Si stanno raccogliendo già i primi frutti, evidenti da applausi e riconoscimenti avuti nel corso del tempo.

Tutto ciò è chiaramente merito dei maestri che guidano il progetto, Adriana Torraco e Loredana Maffei, con la collaborazione di Franco Sebastiani. Auguriamoci che tutto questo continui nel tempo.

Unitré 5 Reali Siti, Autentico Patrimonio di Cultura e Accademia di Umanità

A cura della dr.ssa Rina di Giorgio Cavaliere.

Numerosi anni di lavoro stanno dietro le spalle della vita della nostra Sede Unitré, che ormai si è collocata con puntualità di servizio all’interno della società civile e della comunità ecclesiale. Ricordo brevemente che nel 2000 ho accettato l’incarico di Presidente dell’Unitré di Foggia e nel 2007 ho accompagnato la nascita della sezione di Orta Nova, divenuta nel 2010 sede Unitré “Unione dei 5 Reali Siti” da me presieduta sino a fine mandato del 2021.

Da responsabile ho dovuto affrontare decisioni difficili, che richiedevano molteplici competenze, sempre coadiuvata dal vicepresidente Annito Di Pietro (oggi con l’incarico di Presidente) e da altri validi componenti il Direttivo, avvicendatisi nel corso degli anni a beneficio dell’equilibrato rapporto interpersonale e della conseguente organizzazione.

Proprio la rivisitazione dei tanti progetti attuati nel tempo rievoca gli appuntamenti realizzati, i problemi individuati, le soluzioni proposte, le difficoltà approfondite, in più offre anche l’opportunità del giudizio autocritico.

Quest’anno segna un piccolo giro di boa nella storia della sede entrata nel RUNTS (Registro Nazionale del Terzo Settore) e, di conseguenza, apre all’insegna della volontà di una presenza ancor più operosa sull’orizzonte ampio e articolato della realtà territoriale.

Sin dagli anni ’70 le Università della Terza Età e successivamente l’Unitré hanno perseguito due importanti obiettivi che rappresentano un grande patrimonio, motore di sviluppo individuale e del territorio: quello della cultura, prerogativa dei docenti e quello dell’Accademia di umanità, prerogativa degli studenti.

Questi ultimi non utenti passivi, ma associati partecipano alla vita attiva della loro sede attraverso la frequenza ai corsi, l’interesse al sociale e al territorio. Lo Stato italiano, accogliendo il concetto di formazione lungo tutto l’arco della vita, con le direttive dell’Unione europea, che ha proclamato il 2012 anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà delle generazioni, favorisce la formazione culturale permanente e continua, riconoscendo alle Università della Terza Età un ruolo strategico all’interno delle politiche sociali.

L’educazione permanente è uno dei tratti più sperabili del futuro socio pedagogico dal quale siamo attesi e l’Unitré rappresenta una caratteristica dilatazione del principio dell’apprendimento come potenzialità continua della personalità.

Per crescere e maturare nella personalità abbiamo bisogno di “spazio”, di prendere contatto con la natura, gli oggetti, le persone. Esiste uno spazio formato dalla famiglia e dalla casa (spazio privato). Esiste inoltre uno spazio nel quale l’uso dei beni che vi si trovano è regolato da leggi da rispettare (spazio di relazione), ci mette a contatto con altre persone e con ogni genere di beni materiali.

Il processo di trasformazione attuato in questi anni ha soprattutto ampliato e arricchito gli spazi di partecipazione alla vita sociale, ma, nel contempo, gli stessi sono puntualmente documentati dalla solitudine dell’uomo nella società del benessere e dal distacco fra le generazioni.

L’Unitré affronta il problema della comunicazione intergenerazionale ed è un progetto di vita che dona, in particolare alla terza età, la gioia di ritornare ad essere protagonista. Nel suo logo la “U” stilizzata e la cifra romana “III” accanto alla lettera “E” stanno a significare Universalità, Umanità, Umiltà e Unione di Tre Età.

Il convegno di domenica 16 aprile, presso la Casa di accoglienza “Oasi di Betania” nel territorio di Lucera, nasce dal desiderio di un colloquio aggiornato, dalla volontà di un servizio che documenti con agilità e ampiezza la speranza di acquisire insieme più costruttivi orientamenti.

Secondo consuetudine, il programma è rimasto inalterato: alle ore 9 l’accoglienza, alle 9,30 il saluto del presidente Annito Di Pietro e quello del sacerdote don Giovanni Mace. Nella relazione introduttiva ai lavori mi sono soffermata sulle prerogative, la filosofia e le finalità dell’educare, formare, informare, fare prevenzione nell’ottica di un’educazione permanente, ricorrente, rinnovata e di un invecchiamento attivo.

Inoltre, come promuovere la ricerca, aprirsi al sociale e al territorio, operare un confronto e una sintesitra le culture delle precedenti generazioni e quella attuale al fine di realizzare un’Accademia di umanità che evidenzi l’essere oltre che il sapere.

Gli interventi organizzativi dei presidenti di Lucera, Giuseppe Lembo, di Andria, Maria Rosaria Inversi, di Sannicandro G., Rosa Ricciotti, degli insegnanti e studenti, nella loro qualità innovativa, hanno sottolineato l’importanza della frequenza all’Unitré, che rigenera le relazioni, promuove condivisione e mutualità.

Alle ore 12,30 il folto gruppo dei presenti ha partecipato alla S. Messa, celebrata da don Giovanni Mace, accompagnata dal coro “Unitré dei 5 Reali Siti” diretto da Loredana Maffei e Adriana Torraco. L’incontro conviviale del pranzo è avvenuto in un clima di serena armonia e amicizia.

Alle ore 16,00 si è svolto il concerto della Corale e di seguito il ballo di gruppo e ginnastica presentato dall’insegnante Antonella Cassanelli. La toccante declamazione di poesie da parte di Adelina Tarantino, Annito Di Pietro, Ripalta Guerrieri e Savino Luce ha portato a felice compimento la giornata.

Pres. Annito di Pietro, quasi 91 anni ma non li dimostra

A cura del prof. Alfonso Maria Palomba.

«Vita sine proposito vaga est» (La vita senza uno scopo, non ha senso): così scriveva Seneca a Lucilio
quasi duemila anni fa, ricordandogli (cfr. Epist. 95, 46) che nella direzione del “porto” da raggiungere l’uomo
deve saper orientare ogni sua azione, ogni suo comportamento, ogni sua parola, al pari dei naviganti capaci di dirigere il loro corso, guardando a qualche stella.

In questa direzione credo che patron Annito Di Pietro (classe 1932) abbia profondamente
metabolizzato, intus et in cute, l’idea espressa dal losofo di Cordova, al punto da lasciarsi completamente
travolgere, sei anni dopo il suo pensionamento (1997), da un “sogno” straordinario, quello di veder crescere sul piano sociale e culturale la sua comunità di appartenenza (leggi: Ortanova), alla quale ha dedicato e
continua a dedicare tutte le sue energie intellettive ed umane.

Inseguendo questo “sogno”, inteso come meta ultima del suo agire (il “porto”), e avendo, lungo il cammino, come guida la stella polare della cultura, Annito Di Pietro, nell’ultimo ventennio (a far data dal 2003 ad oggi), è riuscito così a “costruire”, nell’area dei “5 Reali Siti” e non solo, un formidabile “sistema culturale”, in cui gli eventi di volta in volta realizzati si sono congurati come tanti tasselli di un mosaico, come parti di una grande composizione, che hanno obbligato tutti i partecipanti alle varie iniziative ad intraprendere un viaggio contaminante tra dati culturali e prospettive di senso ai ni della crescita del territorio.

Tante tappe, quelle progettate dal Nostro, che si sono snodate lungo una sorta di spirale, che ad ogni voluta ha toccato punti sempre più lontani dal centro, eppure sempre ad esso tenacemente legati. Il centro, nella visione del regista Annito, è stato e continua ad essere il suo “amore filiale” per la terra che lo ha visto nascere, crescere e maturare sul piano umano e culturale.

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Il rag. Annito di Pietro, presidente della’ associazione culturale”L’ Ortese” di Orta Nova.

Dal suo generoso e disinteressato impegno per la terra “natia” proviene, infatti, una “bella” lezione di creatività, di progettualità e di fiducia nel futuro, qualità tutte per le quali ogni cittadino di Orta Nova, se non dell’intero territorio dei “Reali Siti”, non può che esprimere ogni apprezzamento possibile. Così come faranno il 10 marzo 2023, in occasione del suo novantunesimo compleanno, i suoi collaboratori, i suoi amici e familiari, coloro che hanno avuto la possibilità di incontrarlo lungo il cammino, tutti da patron Annito invitati ad in un convivio amicale, dove sono certo che non solo si festeggerà, ma anche si programmerà il futuro.

Annito Di Pietro, infatti, non è un uomo che molla, ma, a dispetto delle quasi novantuno primavere accumulatesi sulle sue spalle, continuerà a guardare alla realtà che lo circonda come ad un’isola ancora da scoprire, appunto,
con gli occhi incantati di un fanciullo. Buon compleanno, Annito !!