“Il Reddito di Dignità è una misura che considero asse portante dell’Assessorato al Welfare, capace di evolversi dal 2016 ad oggi, per adeguarsi anche ai mutamenti dei bisogni della popolazione.
Negli anni sono stati anche semplificati i passaggi previsti dalla procedura di gestione, per far sì che fosse sempre più efficiente. Oggi sono felice di annunciare che stiamo lavorando con l’Assessorato al Lavoro per un nuovo ReD, assolutamente innovativo, che si andrà ad integrare con le ultime misure nazionali.
I tavoli tecnici con tutti gli attori interessati sono in una fase avanzata e nei prossimi mesi potremo presentare la misura. Questo sarà per noi un motivo di orgoglio perché vogliamo andare incontro a chi ha perso il reddito di cittadinanza ed è fuori dall’assegno di inclusione. Persone fragili a cui dobbiamo dare risposte.”
Lo ha dichiarato l’assessora al Welfare Rosa Barone che in audizione in Commissione Sanità e Sociale ha illustrato i dati sul ReD e annunciato la nuova misura. Il ReD prevede un’indennità economica mensile di 500 euro a fronte della sottoscrizione del Patto di inclusione e allo svolgimento delle prestazioni da questo previste.
“Dal 2016 ad oggi – continua Barone – sono state ammesse a beneficio 32.763 domande, per una spesa complessiva di 59.164.251,54 euro. Sono stati sottoscritti 24.627 Patti d’Inclusione, a cui se ne devono aggiungere altri della finestra attualmente in corso.
Per quello che riguarda le manifestazioni di interesse da parte di imprese, enti pubblici, aziende del terzo settore, per attivare i percorsi di inclusione per i beneficiari, sono state presentate 1901 manifestazioni, per un totale di 4067 progetti presentati e 12392 posti richiesti. I tirocini attivati sono stati 18.258.
Siamo orgogliosi di aver attivato sperimentazioni in favore di target specifici della popolazione: abbiamo stanziato 500.000 euro per l’autonomia delle donne vittime di violenza che si rivolgono ai CAV e sporgono denuncia alle autorità competenti.
Nel 2022 sono state 292 le donne che hanno potuto usufruire di questa misura per pagare affitti di appartamenti, utenze, corsi professionali specifici.
Il riferimento principale è stato in primis quello delle donne disoccupate o inoccupate, il cui progetto personalizzato di fuoriuscita dalla violenza ha previsto la riqualificazione e l’inserimento lavorativo.
Altro impegno di cui siamo orgogliosi è quello per la realizzazione d’interventi di inclusione sociale attiva rivolti a minori e giovani in età da lavoro, sottoposti a provvedimenti penali dell’Autorità Giudiziaria Minorile. Stiamo lavorando a 360° per una Regione che sia davvero inclusiva e in cui nessuno venga lasciato indietro”.
(Fonte: Regione Puglia)