Previdenza: in Materia Pensionistica c’è Opzione Donna

A cura di Daniele Zicca.

La “Legge di Bilancio 2023”, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, ha previso in materia pensionistica una misura già presente in passato. Opzione Donna è nata nel 2004 e rinnovata e prorogatamolte volte negli scorsi anni.

L’aumento delle richieste deve fare i conti con il fatto che la Manovra 2023 che ha inserito requisiti più stringenti per accedervi, al punto che, secondo il Corriere della Sera, si passa da una platea di 40 mila potenziali beneficiarie a 5.100 nel triennio 2023-2025, di cui metà nel 2023, vale a dire 2.500 circa.

Viene concessa l’opportunità di acquisire il trattamento pensionistico anticipato definito “Opzione donna” a favore delle lavoratrici che abbiano raggiunto entro il 31/12/2022 un’anzianità contributiva pari almeno a 35 anni e un’anzianità anagrafica di almeno 60 anni.

Già questo requisito anagrafico è stato inasprito rispetto alla misura degli scorsi anni, che prevedeva 58 anni d’età per le lavoratrici del pubblico e 59 per quelle del privato. Una riduzione è stata prevista solo per le madri (si può ridurre il requisito dell’età anagrafica di un anno per ogni figlio e comunque nel limite massimo di 2 anni).

Per accedervi, ancora, è necessario che le lavoratrici siano in possesso anche di uno dei seguenti requisiti:

a) assistere, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della L. n. 104/1992, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti (le cosiddette caregiver);

b) avere una riduzione della capacità lavorativa, rilevata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% (invalide);

c) essere lavoratrici licenziate o dipendenti in imprese per le quali è presenteun tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’art. 1, comma 852, della L. n. 296/2006.

Per queste ultime la riduzione massima di 2 anni del requisito anagrafico di 60 anni si applica a prescindere dal numero di figli. La domanda dovrà essere avanzata direttamente dalle interessate oppure tramite patronato.

Andrà ovviamente indicato a quale profilo di tutela si appartiene (disoccupate, invalide o caregiver). Si potrà procedere direttamente dal sito Inps, entrando tramite Spid, Carta Nazionale dei Servizi o Carta di identità elettronica, seguendo il percorso «Prestazioni e Servizi» e da qui Pensione anticipata «Opzione donna – Domanda».

Pensioni 5RS, Approfondimento sui Fondi Pensionistici complementari: il Fondo Perseo

A cura di Daniele Zicca.

La previdenza complementare offre l’opportunità al lavoratore di crearsi una seconda pensione, rispetto a quella principale creata con i contributi obbligatori. Questa seconda pensione, aggiungendosi a quella principale, assicura un più elevato livello di copertura previdenziale.

Infatti mentre la pensione principale è creata, come detto, soprattutto con i contributi obbligatori (trattenuti per legge al lavoratore), la pensione complementare viene creata con contributi (ma non solo) versati volontariamente.

Il motivo per cui negli ultimi anni abbia preso piede questo tipo di previdenza risiede nel fatto che per effetto delle riforme delle pensioni avvenute negli ultimi anni e decenni (soprattutto la riforma Dini e Fornero) ha penalizzato chi gode del sistema contributivo.

L’importo della pensione che il lavoratore matura con l’attività svolta con il passare del tempo sarà sempre inferiore rispetto all’ultimo stipendio percepito. Nell’alveo di questi fondi complementari c’è il Fondo Perseo, un fondo di previdenza complementare rivolto ai dipendenti della Pubblica Amministrazione e della Sanità.

Finalità del Fondo Perseo è l’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema previdenziale obbligatorio. I dipendenti pubblici che decidono di aderire al Fondo Perseo potrebbero godere, all’atto del pensionamento, di prestazioni pensionistiche ulteriori rispetto al sistema obbligatorio.

Per erogare prestazioni pensionistiche aggiuntive, il Fondo Perseo provvede alla raccolta dei contributi degli aderenti e alla gestione delle risorse. Ma che tipo di fondo è il Perseo ? È un fondo pensione negoziale perché creato sulla base di accordi tra soggetti diversi, quali Aran e organizzazioni sindacali, e inoltre è un fondo a prestazione indefinita perché il rendimento non è certo.

L’adesione allo stesso è un atto volontario del lavoratore e rappresenta l’espressione di un diritto riconosciuto dalla legge. Il Fondo Perseo è attualmente organizzato in due ripartizioni di investimento differenziati per grado di rischio/rendimento, tipologia e orizzonte temporale di investimento consigliato: Comparto Garantito; Comparto Bilanciato.

Con il comparto garantito del fondo, Perseo si propone di ottenere un rendimento comparabile alla rivalutazione del Tfr e al contempo di garantire la restituzione del capitale affidato in gestione al momento del pensionamento, investendo la contribuzione prevalentemente in titoli di debito di breve durata (95%), di emittenti sia governativi che societari, con una componente residuale (5%) di titoli azionari.

Il comparto bilanciato investe in media il 70% del patrimonio in obbligazioni (45% titoli governativi, 25% obbligazioni corporate quindi emesse da società) e il 30% del capitale raccolto in azioni diversificando su più aree di investimento.

Il lavoratore neoassunto riceve una informativa dall’amministrazione su modalità di adesione con specifico riferimento al fatto che, senza una volontà di non aderire, matura il silenzio-assenso. Nell’informativa è indicato il link al sito del Fondo ove è possibile consultare le informazioni previste dai regolamenti COVIP all’atto dell’adesione ed accedere alla modulistica (o alla procedura) per aderire espressamente e contestualmente le amministrazioni rendono disponibile la modulistica per manifestare la volontà di non aderire.

Tra i vantaggi che dovrebbero invogliare all’adesione al fondo Perseo ci sono sicuramente i costi estremamente ridotti, grazie sia a una più ampia deducibilità fiscale dei contributi versati annui, sia di una più favorevole tassazione delle prestazioni, con una aliquota che arriva massimo fino al 15%.

Terza Età, in Attesa della Riforma Pensionistica c’è Quota 103

A cura di Daniele Zicca.

Quest’anno, probabilmente, ci sarà la tanto invocata riforma previdenziale che gli italiani attendono da oltre un decennio, in sostituzione della légge Fornero. Per far in modo che le nuove norme siano valide dal 1.1.2024, è fondamentale che la legge sia approvata entro l’estate attraverso una procedura autonoma separata dalla légge di Bilancio, in modo da consentire all’INPS di diramare le circolari esplicative.

Per il 2023, invece, il Governo in ambito previdenziale è intervenuto in maniera molto limitata, includendo le misure nella legge di Bilancio approvata a fine anno. Una delle poche novità riguarda la “Quota 103” (41 anni contributi + 62 di età), valida per il solo 2023. Per eludere la Legge Fornero (che prevede pensione a 67 anni e almeno 20 di contributi, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne), la legge di Bilancio 2023 ha introdotto questo nuovo meccanismo per l’uscita anticipata.

Anche Quota 103, come Quota 100 e Quota 102, si congura come una pensione anticipata con requisiti in deroga rispetto alle condizioni previste per i trattamenti ordinari della legge Fornero. Va precisato che gli iscritti a due
o più gestioni previdenziali hanno la possibilità di cumulare i periodi assicurativi non coincidenti nelle stesse
gestioni amministrate dall’Inps.

Andando più nel vivo di questa misura, i lavoratori che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2022 potranno riscuotere la pensione a partire dal 1° aprile 2023, e nel caso siano dipendenti pubblici dal 1° agosto. Coloro i quali li raggiungeranno dal 1° gennaio, avranno il primo assegno pensionistico trascorsi tre mesi dalla data di maturazione, mentre per gli statali rimane inalterata la nestra (periodo di attesa) di sei mesi previa presentazione della domanda di cessazione dal servizio con un preavviso minimo di 6 mesi.

Fa eccezione alla disciplina del periodo di attesa per la liquidazione della prestazione il personale del comparto
scuola. Esiste infatti un’unica nestra di uscita per i dipendenti della scuola, e quindi non può essere applicata la nestra di attesa di 6 mesi per soddisfare le condizioni per l’uscita dal mondo del lavoro: tutti coloro che avranno diritto alla Quota 103 nel corso del 2023, sia prima che dopo il 1° settembre 2023, potranno essere collocati a riposo il 1° settembre 2023.

Per potersi pensionare in tale data, le domande di cessazione dal servizio dovranno essere presentate entro il 28
febbraio. Per la presentazione della domanda di pensione occorrerà aspettare la circolare dell’INPS, esplicativa delle modalità di presentazione della domanda di pensione Quota 103 e le relative istruzioni, che molto probabilmente arriveranno a breve.

I requisiti per Quota 103, una volta perfezionati in questo 2023, sono cristallizzati: il collocamento a riposo può avvenire in qualsiasi altro momento successivo. L’ammontare della pensione Quota 103 è calcolato senza penalizzazioni, ma non può superare 5 volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente (2.818,70, tenuto conto che il trattamento pensionistico minimo mensile anno 2023, in base alla circolare INPS n. 135 del 22.12.2022, è pari a Euro 563,74).