A cura di Annito di Pietro.
Il Presidente della Repubblica ha affermato che il 25 aprile è l’omaggio a chi ha lottato per l’indipendenza e la libertà. Casini, ex-presidente della Camera, ha detto che sia una festa di tutti senza ambiguità. Berlusconi che è un’occasione per superare le divisioni. Tutte frasi che inducono gli italiani a riflettere e a meditare.
Ci troviamo in uno Stato che gode di una democrazia compiuta, dove ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero e le proprie idee, che sia di destra o di sinistra, per costruire un mondo migliore e vivibile.
A Orta Nova, come sempre, le amministrazioni comunali, che si sono alternate, hanno sempre celebrato questo giorno, ritenendolo fondamentale per risvegliare il valore patriottico, ricordando tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per garantire a tutti la Pace e la Libertà.
Qualcuno, addetto ai lavori, ha bacchettato e rimproverato la gente ortese per la poca partecipazione a manifestazioni di tal fatta, non considerando che spesso si effettuano in giorni non festivi, in cui la gente lavora. Bisogna altresì ricordare che prima c’era una partecipazione più attiva e massiccia delle associazioni combattentistiche, come l’Associazione Reduci e Combattenti e l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra.
Erano numerosi con i loro gagliardetti, bandiere e foulard. Oggi questi due emeriti sodalizi non esistono più. Un plauso meritano i rifondatori dell’Associazione Partigiani che, proprio in questi giorni, si sono costituiti. Ho notato la presenza di molti giovani e speriamo che duri. Di sèguito si riporta il discorso del dott. Francesco Grillo, assessore alla Cultura, in sostituzione del Sindaco assente per motivi di lavoro:
“Cari concittadini e concittadine, saluto e ringrazio le associazioni, le istituzioni e tutti coloro che hanno scelto di essere qui oggi. Oggi celebriamo la festa della Liberazione. E a tal proposito lasciatemi ringraziare Saverio Pandiscia, che in questi anni ha portato la memoria all’interno delle nostre piazze.
Quel 25 aprile di 78 anni fa ci fu la liberazione dalla Guerra, da un’occupazione odiosa del nostro Paese, la liberazione dalle persecuzioni razziali e dalla dittatura nazifascista, la liberazione dalla privazione delle libertà fondamentali.
Fu l’inizio di una nuova storia da cui nacque la nostra meravigliosa Costituzione e la Repubblica italiana, libera, democratica e antifascista. È un dovere ricordare quelle donne e quegli uomini che hanno lottato per la libertà, per la democrazia, per la dignità e per il rispetto dei diritti della persona, e lo hanno fatto uniti, coesi, solidali e partecipi.
La Resistenza rappresenta uno dei momenti più alti e nobili della nostra storia: con la Resistenza gli italiani hanno saputo riscattare la vergogna e il disonore che il fascismo aveva gettato sull’Italia, mostrando alle altre nazioni il volto civile e umano del nostro Paese.
Non dobbiamo dimenticare che la Liberazione è stata anche il risultato della lotta di tanti popoli e nazioni diverse. La cacciata dei nazifascisti è avvenuta grazie al sacrificio di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. Quella battaglia comune per sconfiggere il terrore fascista è stata un esempio di unità e solidarietà tra nazioni che oggi, in un’epoca di tensioni crescenti, deve essere riscoperta e valorizzata.
Siamo solidali con tutte le popolazioni che lottano contro i propri oppressori. Il 25 aprile, soprattutto, ci insegna ad essere partigiani: a schierarci, ad agire, ad essere protagonisti del cambiamento. Il 25 aprile ha ancora più senso se trasformiamo le conquiste di allora in spinta verso una società migliore; se intraprendiamo una direzione di marcia verso un futuro di dignità e di libertà per i nostri figli, come fecero i partigiani.
Le parole d’ordine sono sempre le stesse: democrazia, libertà, diritti, giustizia ed equità. Sono valori che dobbiamo declinare e interpretare nella prospettiva di oggi. Pensiamo alla giustizia, che in un mondo sempre più diseguale, deve essere innanzitutto giustizia sociale: l’obiettivo deve essere una società più equa, dove tutti hanno davvero pari opportunità.
Pensiamo ai diritti, come quello di poter essere finalmente se stessi, ciascuno con le proprie inclinazioni e le proprie aspirazioni individuali. Pensiamo al diritto fondamentale di poter vivere in un ambiente sano, a misura di essere umano.
In ultimo, un pensiero va ai giovani: non perdiamo la speranza, ci aspetta un momento di ricostruzione in cui proprio il nostro apporto diventa necessario. Un apporto di idee, di energia, di fantasia, di spirito di fratellanza, di libertà per tutelare il diritto allo studio, il diritto al lavoro, per investire sulla ricerca, sull’innovazione, sulla competenza, sulla sanità, sui diritti civili, sull’equità, senza mai dimenticare chi resta indietro.
Cerchiamo di essere testimoni contro l’indifferenza, contro la violenza e contro ogni forma di discriminazione. Cerchiamo di essere parte attiva della nostra comunità; cerchiamo di essere sentinelle della nostra democrazia e della nostra Costituzione che è, e rimarrà, antifascista. Checché ne dica qualcuno.
Buon 25 aprile a tutti e tutte.