Lo Sguardo Web, il Pres. Annito di Pietro:”Riflessioni sulle Dimissioni del Sindaco Lasorsa.”

A cura di annito di Pietro.

“Ci siamo ritrovati davanti a fatti di sangue con giovani protagonisti. Fatti di sangue non legàti alla criminalità organizzata. Ho sempre proclamato il lutto cittadino per ogni vittima allo scopo di fermarci e riflettere”. Poi conclude: “Le amministrazioni vanno accompagnate dai cittadini e dallo Stato, soprattutto in terre difficili come questa ma spesso c’è diffidenza. Ci si sente soli. Per la mia onestà intellettuale andare avanti in una situazione del genere rappresenta solo un danno per il vivere civile. Rassegno con effetto immediato le mie dimissioni”.

Cosa dire di tutto questo? Alcune riflessioni: è da molto che non frequento il Palazzo di Città, ma da semplice cittadino posso esprimere un mio modesto pensiero e qualche riflessione.

La non esperienza della maggioranza di questa amministrazione ha forse indotto a commettere qualche errore. Posso affermare che quasi tutti sono persone oneste e che amano il loro paese. Giovani professionisti che ce l’hanno messa tutta. Forse sono stati proposti a gestire qualcosa più grande di loro, ma in buona fede e correttezza.

Una notizia che mi ha sorpreso. Comunque dobbiamo andare avanti. Questa è l’Italia. Stiamo attraversando un periodo molto difficile, siamo diventati più poveri ma sono sicuro che ne usciremo fuori da questo tunnel. La capacità di noi italiani, come lo abbiamo dimostrato in passato, riuscirà a sconfiggere la malerba che infesta il nostro territorio.

Politica, Il 25 Aprile a Orta Nova

A cura di Annito di Pietro.

Il Presidente della Repubblica ha affermato che il 25 aprile è l’omaggio a chi ha lottato per l’indipendenza e la libertà. Casini, ex-presidente della Camera, ha detto che sia una festa di tutti senza ambiguità. Berlusconi che è un’occasione per superare le divisioni. Tutte frasi che inducono gli italiani a riflettere e a meditare.

Ci troviamo in uno Stato che gode di una democrazia compiuta, dove ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero e le proprie idee, che sia di destra o di sinistra, per costruire un mondo migliore e vivibile.

A Orta Nova, come sempre, le amministrazioni comunali, che si sono alternate, hanno sempre celebrato questo giorno, ritenendolo fondamentale per risvegliare il valore patriottico, ricordando tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per garantire a tutti la Pace e la Libertà.

Qualcuno, addetto ai lavori, ha bacchettato e rimproverato la gente ortese per la poca partecipazione a manifestazioni di tal fatta, non considerando che spesso si effettuano in giorni non festivi, in cui la gente lavora. Bisogna altresì ricordare che prima c’era una partecipazione più attiva e massiccia delle associazioni combattentistiche, come l’Associazione Reduci e Combattenti e l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra.

Erano numerosi con i loro gagliardetti, bandiere e foulard. Oggi questi due emeriti sodalizi non esistono più. Un plauso meritano i rifondatori dell’Associazione Partigiani che, proprio in questi giorni, si sono costituiti. Ho notato la presenza di molti giovani e speriamo che duri. Di sèguito si riporta il discorso del dott. Francesco Grillo, assessore alla Cultura, in sostituzione del Sindaco assente per motivi di lavoro:

“Cari concittadini e concittadine, saluto e ringrazio le associazioni, le istituzioni e tutti coloro che hanno scelto di essere qui oggi. Oggi celebriamo la festa della Liberazione. E a tal proposito lasciatemi ringraziare Saverio Pandiscia, che in questi anni ha portato la memoria all’interno delle nostre piazze.

Quel 25 aprile di 78 anni fa ci fu la liberazione dalla Guerra, da un’occupazione odiosa del nostro Paese, la liberazione dalle persecuzioni razziali e dalla dittatura nazifascista, la liberazione dalla privazione delle libertà fondamentali.

Fu l’inizio di una nuova storia da cui nacque la nostra meravigliosa Costituzione e la Repubblica italiana, libera, democratica e antifascista. È un dovere ricordare quelle donne e quegli uomini che hanno lottato per la libertà, per la democrazia, per la dignità e per il rispetto dei diritti della persona, e lo hanno fatto uniti, coesi, solidali e partecipi.

La Resistenza rappresenta uno dei momenti più alti e nobili della nostra storia: con la Resistenza gli italiani hanno saputo riscattare la vergogna e il disonore che il fascismo aveva gettato sull’Italia, mostrando alle altre nazioni il volto civile e umano del nostro Paese.

Non dobbiamo dimenticare che la Liberazione è stata anche il risultato della lotta di tanti popoli e nazioni diverse. La cacciata dei nazifascisti è avvenuta grazie al sacrificio di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. Quella battaglia comune per sconfiggere il terrore fascista è stata un esempio di unità e solidarietà tra nazioni che oggi, in un’epoca di tensioni crescenti, deve essere riscoperta e valorizzata.

Siamo solidali con tutte le popolazioni che lottano contro i propri oppressori. Il 25 aprile, soprattutto, ci insegna ad essere partigiani: a schierarci, ad agire, ad essere protagonisti del cambiamento. Il 25 aprile ha ancora più senso se trasformiamo le conquiste di allora in spinta verso una società migliore; se intraprendiamo una direzione di marcia verso un futuro di dignità e di libertà per i nostri figli, come fecero i partigiani.

Le parole d’ordine sono sempre le stesse: democrazia, libertà, diritti, giustizia ed equità. Sono valori che dobbiamo declinare e interpretare nella prospettiva di oggi. Pensiamo alla giustizia, che in un mondo sempre più diseguale, deve essere innanzitutto giustizia sociale: l’obiettivo deve essere una società più equa, dove tutti hanno davvero pari opportunità.

Pensiamo ai diritti, come quello di poter essere finalmente se stessi, ciascuno con le proprie inclinazioni e le proprie aspirazioni individuali. Pensiamo al diritto fondamentale di poter vivere in un ambiente sano, a misura di essere umano.

In ultimo, un pensiero va ai giovani: non perdiamo la speranza, ci aspetta un momento di ricostruzione in cui proprio il nostro apporto diventa necessario. Un apporto di idee, di energia, di fantasia, di spirito di fratellanza, di libertà per tutelare il diritto allo studio, il diritto al lavoro, per investire sulla ricerca, sull’innovazione, sulla competenza, sulla sanità, sui diritti civili, sull’equità, senza mai dimenticare chi resta indietro.

Cerchiamo di essere testimoni contro l’indifferenza, contro la violenza e contro ogni forma di discriminazione. Cerchiamo di essere parte attiva della nostra comunità; cerchiamo di essere sentinelle della nostra democrazia e della nostra Costituzione che è, e rimarrà, antifascista. Checché ne dica qualcuno.

Buon 25 aprile a tutti e tutte.

L’Unitre dei 5 Reali Siti incontra Quella di Andria presso Ordona

A cura di Annito di Pietro.

Alle porte di Ordona sorgeva l’antica città di Herdonia, le cui prime tracce di occupazione risalgono al Neolitico (VI-V millennio a.C.). Il villaggio fu uno dei principali luoghi di produzione della ceramica geometrica dauna.

Herdonia divenne municipio romano, assumendo l’architettura tipica del foro con la basilica civile, l’anfiteatro, il mercato (macellum), le terme, le botteghe (tabernae) e i numerosi magazzini adibiti alla conservazione del grano. La città conobbe la sua massima fase di sviluppo e prosperità in età imperiale, grazie alla costruzione della via Traiana (che soppiantò la via Minucia) e della successiva via Herdonitana.

L’abbandono del villaggio è attestato durante il XV secolo circa. Solo tra il XVII e XVIII si sviluppò grazie alla presenza e al lavoro dei Gesuiti, entrando poi a far parte dei Cinque Reali Siti. Solo nel 1962, Joseph Mertens riscoprì il villaggio perduto.

È proprio qui, a Ordona, in questa atmosfera suggestiva, che si è svolto, il primo aprile, l’incontro tra i membri dell’UNITRE dei Reali Siti e quelli dell’UNITRE di Andria. L’iniziativa è stata pensata e organizzata dal presidente Annito Di Pietro in collaborazione con la presidente dell’Unitre di Andria, la professoressa Maria Rosaria Inversi.

Tutto è iniziato con l’accoglienza, presso il Municipio di Ordona, degli amici di Andria, intorno alle ore 15:00, seguita da un interessante e proficuo confronto circa programmi e obiettivi delle due associazioni. In sèguito tutti i convitati hanno raggiunto la Parrocchia di San Leone, dove attendeva il parroco don Silvio Pellegrino, persona squisita che ha accolto gli ospiti con il sorriso e con estrema cordialità.

Alle ore 15:30 è iniziata la Via Crucis, al termine della quale il parroco ha benedetto il pane azimo e offerto le palme ai presenti. La Santa Messa è stata cantata dalla corale dell’Unitre dei Cinque Reali Siti, la cui esibizione ha riscontrato un grande successo, meritando applausi e congratulazioni dagli astanti.

All’uscita dalla Chiesa, c’era la sindaca di Ordona, l’avvocata Adalgisa Latorre, che ha invitato gli ospiti a seguirla per un’uscita panoramica, durante la quale ha annunciato che l’antico palazzo Formoso, ora ristrutturato, sarà la sede della Cultura, di mostre, incontri e rassegne artistiche in generale. Si è proseguito visitando il nuovo Comune con la sua bella piazza.

Gli ospiti hanno apprezzato e ammirato il paese, sorpresi dalla gentilezza e della disponibilità della sindaca. Successivamente si è giunti al Museo Civico, dove attendevano due guide, che hanno saputo illustrare con chiarezza il percorso proposto dalla visita museale.

Tra le associazioni e la sindaca ci sono stati scambi di doni e guidoncini, con ringraziamenti sinceri. In sèguito l’amministrazione comunale ha offerto un ricco buffet, con gioia e consolazione dei presenti. Si è trattato di un pomeriggio all’insegna della Cultura e dello scambio, del dialogo e della convivialità, in cui è stato bello constatare la partecipazione attiva di tutti i presenti.

Serate come queste favoriscono la conoscenza del nostro territorio e, in questo caso, di una cittadina, Ordona, che si avvia a percorrere temi culturali di grande interesse. Solo organizzando eventi come questo, è possibile creare legami tra le cittadine del nostro territorio affinché lavorino in sinergia per una vera rinascita culturale dei Reali Siti.

È necessario fare un’ultima riflessione sulla Corale dell’Unitre dei 5 Reali Siti: dopo poco più di un anno, il progetto va delineandosi sempre meglio, avviandosi verso una sua completa e più stabile organizzazione. Si stanno raccogliendo già i primi frutti, evidenti da applausi e riconoscimenti avuti nel corso del tempo.

Tutto ciò è chiaramente merito dei maestri che guidano il progetto, Adriana Torraco e Loredana Maffei, con la collaborazione di Franco Sebastiani. Auguriamoci che tutto questo continui nel tempo.

Unitré 5 Reali Siti, Autentico Patrimonio di Cultura e Accademia di Umanità

A cura della dr.ssa Rina di Giorgio Cavaliere.

Numerosi anni di lavoro stanno dietro le spalle della vita della nostra Sede Unitré, che ormai si è collocata con puntualità di servizio all’interno della società civile e della comunità ecclesiale. Ricordo brevemente che nel 2000 ho accettato l’incarico di Presidente dell’Unitré di Foggia e nel 2007 ho accompagnato la nascita della sezione di Orta Nova, divenuta nel 2010 sede Unitré “Unione dei 5 Reali Siti” da me presieduta sino a fine mandato del 2021.

Da responsabile ho dovuto affrontare decisioni difficili, che richiedevano molteplici competenze, sempre coadiuvata dal vicepresidente Annito Di Pietro (oggi con l’incarico di Presidente) e da altri validi componenti il Direttivo, avvicendatisi nel corso degli anni a beneficio dell’equilibrato rapporto interpersonale e della conseguente organizzazione.

Proprio la rivisitazione dei tanti progetti attuati nel tempo rievoca gli appuntamenti realizzati, i problemi individuati, le soluzioni proposte, le difficoltà approfondite, in più offre anche l’opportunità del giudizio autocritico.

Quest’anno segna un piccolo giro di boa nella storia della sede entrata nel RUNTS (Registro Nazionale del Terzo Settore) e, di conseguenza, apre all’insegna della volontà di una presenza ancor più operosa sull’orizzonte ampio e articolato della realtà territoriale.

Sin dagli anni ’70 le Università della Terza Età e successivamente l’Unitré hanno perseguito due importanti obiettivi che rappresentano un grande patrimonio, motore di sviluppo individuale e del territorio: quello della cultura, prerogativa dei docenti e quello dell’Accademia di umanità, prerogativa degli studenti.

Questi ultimi non utenti passivi, ma associati partecipano alla vita attiva della loro sede attraverso la frequenza ai corsi, l’interesse al sociale e al territorio. Lo Stato italiano, accogliendo il concetto di formazione lungo tutto l’arco della vita, con le direttive dell’Unione europea, che ha proclamato il 2012 anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà delle generazioni, favorisce la formazione culturale permanente e continua, riconoscendo alle Università della Terza Età un ruolo strategico all’interno delle politiche sociali.

L’educazione permanente è uno dei tratti più sperabili del futuro socio pedagogico dal quale siamo attesi e l’Unitré rappresenta una caratteristica dilatazione del principio dell’apprendimento come potenzialità continua della personalità.

Per crescere e maturare nella personalità abbiamo bisogno di “spazio”, di prendere contatto con la natura, gli oggetti, le persone. Esiste uno spazio formato dalla famiglia e dalla casa (spazio privato). Esiste inoltre uno spazio nel quale l’uso dei beni che vi si trovano è regolato da leggi da rispettare (spazio di relazione), ci mette a contatto con altre persone e con ogni genere di beni materiali.

Il processo di trasformazione attuato in questi anni ha soprattutto ampliato e arricchito gli spazi di partecipazione alla vita sociale, ma, nel contempo, gli stessi sono puntualmente documentati dalla solitudine dell’uomo nella società del benessere e dal distacco fra le generazioni.

L’Unitré affronta il problema della comunicazione intergenerazionale ed è un progetto di vita che dona, in particolare alla terza età, la gioia di ritornare ad essere protagonista. Nel suo logo la “U” stilizzata e la cifra romana “III” accanto alla lettera “E” stanno a significare Universalità, Umanità, Umiltà e Unione di Tre Età.

Il convegno di domenica 16 aprile, presso la Casa di accoglienza “Oasi di Betania” nel territorio di Lucera, nasce dal desiderio di un colloquio aggiornato, dalla volontà di un servizio che documenti con agilità e ampiezza la speranza di acquisire insieme più costruttivi orientamenti.

Secondo consuetudine, il programma è rimasto inalterato: alle ore 9 l’accoglienza, alle 9,30 il saluto del presidente Annito Di Pietro e quello del sacerdote don Giovanni Mace. Nella relazione introduttiva ai lavori mi sono soffermata sulle prerogative, la filosofia e le finalità dell’educare, formare, informare, fare prevenzione nell’ottica di un’educazione permanente, ricorrente, rinnovata e di un invecchiamento attivo.

Inoltre, come promuovere la ricerca, aprirsi al sociale e al territorio, operare un confronto e una sintesitra le culture delle precedenti generazioni e quella attuale al fine di realizzare un’Accademia di umanità che evidenzi l’essere oltre che il sapere.

Gli interventi organizzativi dei presidenti di Lucera, Giuseppe Lembo, di Andria, Maria Rosaria Inversi, di Sannicandro G., Rosa Ricciotti, degli insegnanti e studenti, nella loro qualità innovativa, hanno sottolineato l’importanza della frequenza all’Unitré, che rigenera le relazioni, promuove condivisione e mutualità.

Alle ore 12,30 il folto gruppo dei presenti ha partecipato alla S. Messa, celebrata da don Giovanni Mace, accompagnata dal coro “Unitré dei 5 Reali Siti” diretto da Loredana Maffei e Adriana Torraco. L’incontro conviviale del pranzo è avvenuto in un clima di serena armonia e amicizia.

Alle ore 16,00 si è svolto il concerto della Corale e di seguito il ballo di gruppo e ginnastica presentato dall’insegnante Antonella Cassanelli. La toccante declamazione di poesie da parte di Adelina Tarantino, Annito Di Pietro, Ripalta Guerrieri e Savino Luce ha portato a felice compimento la giornata.

Pres. Annito di Pietro, L’Associazionismo dei 5 Reali Siti

A cura del Pres. Annito di Pietro.

L’argomento cultura è stato più volte trattato dal sottoscritto e affrontarlo continua a essere molto arduo. La cultura di un popolo, si sa, è l’insieme delle sue tradizioni, del sapere scientifico, letterario e storico. Raccontare, descrivere e fare l’analisi in questo campo è avventuroso e difficile, soprattutto per il nostro territorio.

Cercherò nel modo migliore di consegnare alla stampa le mie riflessioni a riguardo. Un noto ministro della Repubblica Italiana pronunciò una frase rimasta famosa a tutti noi: “Con la cultura non si mangia”. Probabilmente è vero. Prima di tutto bisogna dire che il nostro è un paese relativamente giovane.

Per delineare la sua identità storica, per scoprirne le radici e le caratteristiche che ne hanno segnato lo sviluppo sociale e culturale dobbiamo partire dall’inizio del XVII secolo, quando il vasto territorio di Orta fu acquistato dai Gesuiti che edificarono il convento e la Chiesa di S. Maria delle Grazie con attorno il primo nucleo di abitanti.

Se vogliamo, però, datare con più precisione la nascita di Orta, dobbiamo risalire al 1769, quando i Gesuiti vennero espulsi dal Regno di Napoli e i lori possedimenti annessi al patrimonio della Corona. Pochi anni dopo, nel 1774, sul consiglio del ministro Bernardo Tanucci, il re Ferdinando IV vi insediò cinque colonie: Orta, Stornara, Stornarella, Ordona e Carapelle, i cosiddetti Cinque Reali Siti.

Quattrocentodieci braccianti nullatenenti (dei quali centocinque destinati a Orta), provenienti da una ventina di comuni del Nord barese nonché dell’Appennino Dauno, del Gargano, degli Abruzzi, e dell’Irpinia, andarono a popolare questi nuovi centri. Si tratta di popolazioni con culture diverse che hanno influenzato e dato vita al dialetto ortese, a tradizioni e a modi di comportarsi.

Possiamo definire Orta un paese interclassista, interculturale, accogliente e ospitale. Tutto questo continua tutt’ora con l’immigrazione che si contrappone a una continua emigrazione verso il Nord Italia e l’estero per ragioni di lavoro. Il 14 giugno 1806 Giuseppe Bonaparte innalzava Orta a rango di Comune.

Negli anni cinquanta e sessanta del Novecento la frenesia del nuovo condusse le varie amministrazioni comunali e le varie autorità, anche ecclesiastiche, a trasformare l’architettura dell’antica Orta, demolendo la suggestiva chiesa gesuitica, il vecchio municipio, il vecchio carcere, il vecchio borgo con la relativa piazzetta che si raggiungeva attraversando un arco storico di epoca romantica su cui si ergeva un antico palazzo.

Alla luce dei fatti possiamo affermare che, mi dispiace dirlo, è mancato l’amore e il rispetto per ciò che i nostri avi ci avevano tramandato. Per non parlare, poi, delle nostre tradizioni religiose che sono state assai ridotte, se non addirittura cancellate. Tutto questo ha modificato e falsato il nostro modo di essere, la nostra cultura.

Ad ogni modo, a tutte queste negatività si contrappone la presenza di molte associazioni culturali che rappresentano il fiore all’occhiello della nostra città: l’associazione “Studi Storici dei Cinque Reali Siti”, quella de “L’Ortese”, “l’Unitre”, la “Pro Loco”, il circolo “Agorà”. Queste associazioni svolgono attività meritorie tanto da ricevere gratiticazioni e riconoscimenti da parte delle autorità locali.

Una delle più antiche, e forse la prima, è l’associazione culturale “Studi Storici dei Cinque Reali Siti”, nata intorno agli anni sessanta del Novecento e attualmente presieduta dalla sig.ra Antonietta De Leo. Bisogna ricordare, inoltre, la figura di Michele Fabbiano, venuto a mancare recentemente, che con il suo impegno ha dato lustro e vigore all’associazione con la formazione di una discreta biblioteca di libri antichi e oggetti vari.

L’associazione della “Pro Loco” si va distinguendo negli anni e, con alterna fortuna, presenta varie iniziative come il carnevale dei bambini e il falò dell’Immacolata, seguite con entusiasmo dalla popolazione ortese e in particolar modo dai bambini. Le attività parrocchiali non sono da meno e, in vari modi, contribuiscono all’arricchimento culturale dei propri parrocchiani. Don Ignazio Pedone, ex-parroco del SS. Crocifisso, con la collaborazione di molti giovani, ha dato vita durante la Settimana Santa a riti sacri, culminanti a sera con la rappresentazione teatrale “la Passione di Cristo”.

Il coinvolgimento della popolazione è sempre stata grande perché la messa in scena si svolge per le vie del paese. Anche la parrocchia di BVM Addolorata può vantare grandi eventi come la tradizionale festa patronale in onore di Sant’Antonio da Padova e la festa di tutti i santi, con l’annessa commemorazione dei defunti.

Ed ora mi sia concesso di parlare di due associazioni: l’associazione culturale “L’Ortese” e “l’Unitre dei 5 Reali Siti”. La prima nasce a Orta Nova nel 2003 per volere di un gruppo di professionisti che intendono raggiungere obiettivi culturali mediante incontri, presentazione di libri, dibattiti, mostre che mettano in vetrina gli ortesi e i loro meriti, ai più sconosciuti. La “Settimana della Cultura” è un evento in cui vengono presentate opere artistiche

(dipinti, sculture, fotogra?e) e letterarie. La suddetta associazione ha inoltre istituito un riconoscimento, “L’Ortese nel mondo”, denominato poi “Premio Carolina Pugliese” ora “Il Seminatore”, tramite cui si premiano le eccellenze dei Reali Siti, sparse nel mondo. Un soddisfacente successo ha riscosso, e continua a farlo, il periodico “Lo Sguardo sui Reali Siti” dove vengono riportati avvenimenti culturali e notizie di rilievo, racconti e curiosità sul nostro territorio.

Il progresso in campo scientifico e medico dona all’umanità una vita media allungata che potrebbe trasformarsi in un sentiero di solitudine, d’emarginazione e di non autosufficienza ma grazie alle iniziative dell’Unitre può essere vissuta in serenità: attraverso i frequenti incontri si generano relazioni, condivisioni di pensiero e punti di vista, oltre che di arricchimento culturale. In poche parole, come spesse volte è stato detto “L’Unitre insegna l’arte di invecchiare bene”.

Tutto questo è a difesa della reputazione del cittadino ortese, persona dignitosa, pacifica, accogliente, rispettosa e laboriosa contrariamente a quanto la carta stampata racconta. Un pensiero e qualche riflessione meritano le associazioni combattenti, come l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), l’ANCR (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci) e l’A.N.F.C.D.G. (Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra).

In queste associazioni, con il passare degli anni, sono venuti meno i soci, portando queste realtà quasi alla scomparsa e la cosa risulta tangibile se si pensa all’assenza dei cittadini durante le manifestazioni e le ricorrenze a livello nazionale. Pertanto, prendo spunto da queste ri?essioni per invitare i figli, i nipoti, i pronipoti e i simpatizzanti ad autoconvocarsi e a far rinascere tali associazioni.

La mia rivista “Lo Sguardo” racconta la storia di tanti eroi ortesi, morti per difendere la Patria, allo scopo di creare attrazioni, convegni e iniziative per risvegliare l’amor patrio. Quando progetto iniziative di tal fatta, penso sempre ai più giovani, perché loro sono il futuro. I nostri eroi, i nostri fratelli caduti per la Patria, aspettano un risveglio dei cittadini ortesi per ricordarli e soprattutto non dimenticarli.

Con questa mia riflessione certo non voglio cancellare o omettere i pubblici fatti di cronaca avvenuti negli ultimi anni, ma è bene mostrare e parlare anche di un altro volto di Orta Nova, terra generosa, ricca di frutta, ortaggi, frumento e uva, nonché di tanti uomini, donne e giovani che rappresentano il fiore all’occhiello del nostro territorio. Tutto questo è fonte viva che dà e semina cultura per la nostra gente.

Memoria Storica, Ricordando le Foibe

A cura di Annito di Pietro.

Il giorno 10 febbraio alle ore 19.00, presso la Parrocchia BVM dell’Altomare, è stata celebrata una santa messa a ricordo delle vittime delle Foibe. Presenti autorità civili e militari, oltre alle associazioni del territorio.

L’assessore del Comune di Orta Nova, la dott.ssa Dora Pelullo, ha letto il discorso del Sindaco dott. Mimmo Lasorsa, assente per motivi istituzionali, che riportiamo integralmente: “Oggi, 10 febbraio, è il giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe, è il giorno per conservare la memoria della tragedia a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree di confine orientale dell’Istria, di Fiume e delle coste Dalmat, e durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Il genocidio dei giuliano-dalmati è una tragedia che per troppo
tempo l’Italia ha considerato una nota a piè pagina della storia del Novecento”.

È solo dopo molti anni, grazie anche al mutare degli assetti e degli equilibri internazionali, alla scomparsa delle grandi contrapposizioni ideologiche e alla caduta di molti pregiudizi culturali, insieme al lavoro paziente dei superstiti, delle loro associazioni, dei ricercatori e degli storici che si è potuto far luce sulla tragedia delle foibe, comprendere il dramma dell’esodo istriano, umano e dalmata e dare una dimensione pubblica, ufficiale e condivisa di una storia che oggi è parte del nostro patrimonio culturale, per quanto dolorosa.

Ed è sulla base di questa consapevolezza che, con la legge 92 del 2004, è stata istituita questa giornata
per conservare e rinnovare la memoria di ciò che non deve più accadere. La memoria è una risorsa preziosa perché e solo su unamemoria piena, condivisa, libera da censure e pregiudizi che può consolidarsi quel necessario
percorso di riconciliazione storica e culturale.

Questa pagina e tutte le altre pagine orrende e sanguinose della nostra storia sono collegate da un lo comune:
nazionalismo e guerra. Il nazionalismo, idea malsana di esaltazione del concetto di nazione; la guerra, atto
che porta a commettere violenze e vendette atroci nei confronti delle popolazioni scontte. Esattamente ciò
che è accaduta a quegli italiani che furono barbaramente uccisi.

Proprio per questo motivo, la storia deve inevitabilmente insegnarci qualcosa. È in questo caso che siamo chiamati a ripudiare ogni forma di violenza o di sopruso nei confronti dell’altro. Solo il questo modo potremo evitare che simili tragedie possano vericarsi nuovamente.

L’Informatica e i 5 Reali Siti, il Giornale che si fa Web

Il Dr. Biagio Roggia

A cura del Dr. Biagio Roggia.

 

“Lo Sguardo sui 5 Reali Siti” è un periodico di grande qualità che esce ogni due mesi nel territorio dei 5 Reali Siti, in Puglia. In questi anni, il periodico ha saputo raccontare la storia e le bellezze di queste terre, dando voce ai protagonisti della vita locale e alle iniziative che ne animano il tessuto culturale.

In un’epoca in cui la tecnologia è sempre più pervasiva, anche “Lo Sguardo sui 5 Reali Siti” non poteva che approdare sul web. A dicembre 2022 è stato lanciato il sito www.losguardoweb.it, che rappresenta un’occasione unica per scoprire tutte le bellezze di questo territorio, sia dal punto di vista turistico che culturale.

Il sito non è soltanto un complemento al periodico, ma un’opera a sé stante, in grado di fornire approfondimenti e
aggiornamenti costanti sulle iniziative e le bellezze dei 5 Reali Siti. Ad esempio, su www.losguardoweb.it è possibile consultare l’archivio di tutti i vecchi numeri de “Lo Sguardo sui 5 Reali Siti”, oltre a scoprire una vasta gamma di contenuti inediti, tra cui la raccolta di 4 volumi intitolata “Il vento tra le Spighe”, una edizione impaginata per il web della collana più completa sulla storia di Orta Nova.

Ma l’informatica non si ferma qui: mai come adesso le nuove intelligenze articiali stanno cambiando il mondo in
cui viviamo e lavoriamo, aprendo nuove opportunità e sfide. Anche il giornalismo e la comunicazione non sono
esenti da questo cambiamento, e “Lo Sguardo sui 5 Reali Siti” si pone l’obiettivo di rimanere al passo con i tempi, offrendo ai propri lettori contenuti sempre più innovativi e personalizzati.

Tornando al nostro territorio, vorrei concludere invitando tutti i lettori de “Lo Sguardo sui 5 Reali Siti” a visitare il
sito www.losguardoweb.it, un punto di approfondimento culturale per chi desidera scoprire tutte le meraviglie
dei 5 Reali Siti.

Lo SguardoWeb è stato realizzato da DR ROGGIA BIAGIO INFORMATION TECHNOLOGY, che da anni opera nel territorio al fine di valorizzarlo con la realizzazione di siti web ed e-commerce che portano i nostri prodotti e i nostri valori ad di fuori dei nostri confini, sempre con passione e competenza.

Spero che questo articolo abbia suscitato il vostro interesse e vi invito a visitare il sito www.losguardoweb.it per scoprire tutte le bellezze dei 5 Reali Siti.

 

 

 

Lo Sguardo Web, il nuovo sito dell’Associazione Culturale “L’ Ortese”

losguardoweb

di Biagio Roggia

Buongiorno, sono lieto di pubblicare il nuovo sito web dell’Associazione Culturale “L’Ortese” (www.losguardoweb.it). Un ringraziamento speciale per avere scelto la “Dr Roggia Biagio Information Technology” per la realizzazione di questa piattaforma va al Vicepresidente Antonio Mauriello e al Presidente Annito Di Pietro.

Il nuovo sito dell’Associazione culturale “Lo Sguardo sui 5 Reali Siti” del Presidente Annito di Pietro e del
Vicepresidente Antonio Mauriello nasce per essere un approfondimento culturale sulle terre dei 5
Reali Siti. Il Blog in esso presente è l’estensione della storica rivista “Lo Sguardo” presente nel territorio dei 5 Reali Siti da anni.

Un sito per la cultura, elemento importantissimo per la crescita sia personale che di un territorio. All’interno troverete anche la collezione dei 4 volumi sulla storia di Orta Nova che ho provveduto a pubblicare in
formato pdf, che spero sia maggiormente gradito ai più.

Vi lascio alla fruizione di questo nuovo portale culturale del nostro territorio: buona lettura !!!
www.losguardoweb.it

losguardoweb

 

 

Pres. Annito di Pietro, quasi 91 anni ma non li dimostra

A cura del prof. Alfonso Maria Palomba.

«Vita sine proposito vaga est» (La vita senza uno scopo, non ha senso): così scriveva Seneca a Lucilio
quasi duemila anni fa, ricordandogli (cfr. Epist. 95, 46) che nella direzione del “porto” da raggiungere l’uomo
deve saper orientare ogni sua azione, ogni suo comportamento, ogni sua parola, al pari dei naviganti capaci di dirigere il loro corso, guardando a qualche stella.

In questa direzione credo che patron Annito Di Pietro (classe 1932) abbia profondamente
metabolizzato, intus et in cute, l’idea espressa dal losofo di Cordova, al punto da lasciarsi completamente
travolgere, sei anni dopo il suo pensionamento (1997), da un “sogno” straordinario, quello di veder crescere sul piano sociale e culturale la sua comunità di appartenenza (leggi: Ortanova), alla quale ha dedicato e
continua a dedicare tutte le sue energie intellettive ed umane.

Inseguendo questo “sogno”, inteso come meta ultima del suo agire (il “porto”), e avendo, lungo il cammino, come guida la stella polare della cultura, Annito Di Pietro, nell’ultimo ventennio (a far data dal 2003 ad oggi), è riuscito così a “costruire”, nell’area dei “5 Reali Siti” e non solo, un formidabile “sistema culturale”, in cui gli eventi di volta in volta realizzati si sono congurati come tanti tasselli di un mosaico, come parti di una grande composizione, che hanno obbligato tutti i partecipanti alle varie iniziative ad intraprendere un viaggio contaminante tra dati culturali e prospettive di senso ai ni della crescita del territorio.

Tante tappe, quelle progettate dal Nostro, che si sono snodate lungo una sorta di spirale, che ad ogni voluta ha toccato punti sempre più lontani dal centro, eppure sempre ad esso tenacemente legati. Il centro, nella visione del regista Annito, è stato e continua ad essere il suo “amore filiale” per la terra che lo ha visto nascere, crescere e maturare sul piano umano e culturale.

annito-di-pietro
Il rag. Annito di Pietro, presidente della’ associazione culturale”L’ Ortese” di Orta Nova.

Dal suo generoso e disinteressato impegno per la terra “natia” proviene, infatti, una “bella” lezione di creatività, di progettualità e di fiducia nel futuro, qualità tutte per le quali ogni cittadino di Orta Nova, se non dell’intero territorio dei “Reali Siti”, non può che esprimere ogni apprezzamento possibile. Così come faranno il 10 marzo 2023, in occasione del suo novantunesimo compleanno, i suoi collaboratori, i suoi amici e familiari, coloro che hanno avuto la possibilità di incontrarlo lungo il cammino, tutti da patron Annito invitati ad in un convivio amicale, dove sono certo che non solo si festeggerà, ma anche si programmerà il futuro.

Annito Di Pietro, infatti, non è un uomo che molla, ma, a dispetto delle quasi novantuno primavere accumulatesi sulle sue spalle, continuerà a guardare alla realtà che lo circonda come ad un’isola ancora da scoprire, appunto,
con gli occhi incantati di un fanciullo. Buon compleanno, Annito !!