papazzo-di-gennaro

A cura di Lucia Lopriore

Corrisponde al civico n. 13 di C.so Aldo Moro, fu edicato dal duca de’ Sangro verso la ne del settecento e faceva
parte del comprensorio di caseggiati denominato: “La Palazzina”. Dopo l’esproprio dei beni al duca, la casa soprana fu ceduta dalla Regia Corte a Luigi Di Gennaro che, originario di Barletta, si era trasferito ad Orta con il
padre Giuseppe, perché aveva stipulato un contratto con il Tavoliere di Puglia che gli aveva assegnato venti versure di terreno in località Grassano delle Fosse e Triunfello (AS FG – Amm.ne del Tavoliere, Scritture
dell’Ufficio, s. II, b. 17, fasc. 7, contratto del 16/03/1808).

Luigi svolse l’attività di massaro e di venditore di beni di prima necessità, per questo la R.C. gli aveva assegnato
in comproprietà con Giovanni Spinelli una casa soprana ( Ibidem, Cat. Ant. vol. 124 sez. 6° di lettera “E”
che forma “D” Art. 140).

Purtroppo però, per cause non meglio accertate, il 23 febbraio 1807, Luigi subì la confisca dei terreni e degli immobili che possedeva per ordine del funzionario della Suprema Giunta del Tavoliere, Nicola M. Sebastiani, ed il 27 febbraio 1807, (sùbito dopo la confisca dei beni, il 10 giugno di quell’anno, Luigi inoltrò al Sovrano una Supplica con la quale chiedeva 40 versure di terreno al prezzo di 27 carlini la versura, in cambio dei 270 dei servigi resi a S.M.), Teodoro Muscio acquistò tutte le proprietà conscate al prezzo di ducati 682

(Ibidem, Tavoliere di Puglia, b. 17, fasc. 250 c. 2 v., atto del 23/02/1807. Atti di Sequestro dei beni di Girolamo Giovine e Luigi Di Gennaro: tra gli immobili furono conscati: “[…] Una casa palazziata consistente in quattro camare soprane ed una cucinetta, 2 sottani uno per uso di stalla e l’altro per magazzino del valore di ducati 2000 […] un’altra casa con due camere soprane e un sottano del valore di circa ducati 800. Un altro corpo di abitazioni consistente in due camere lamiate a piano terra isolate site rimpetto le case del Magnifico Andrea e Urbano Di Dedda fratelli del valore di circa ducati 350 […]”. La seconda casa soprana, fu ceduta nel 1854 dagli eredi di Luigi ad Emilio Campese, a tale riguardo si consultino le notizie su Palazzo Lo Muscio-Campese).

Ottenuti i nuovi terreni, egli li coltivò provvedendo alle necessità di famiglia; sposò Antonia La Rovere dalla
quale ebbe due gli e, deceduta quest’ultima, si risposò con Nicoletta Manzo dalla quale ebbe altri tre figli.
Purtroppo, anche Luigi, morì prematuramente, tanto che non avendo dettato le sue volontà, indusse i figli a convocare il notaio ed a far inventariare i beni al fine di poter procedere ad un’equa suddivisione degli stessi (1 Ibidem, Prot. Not. n. 41 Rep. n. 239 notaio A. Gaeta, atto dell’11/11/1843 c. 343 r).

Fino al suo decesso, Luigi non era riuscito a riacquistare le case confiscate, infatti tra gli immobili inventariati
vi erano solo una casa a piano terra ubicata nella Strada Mezzana ed altre due casette a tavolato intercomunicanti, più un lamione “diruto” che era utilizzato come cantina, le versure di terreno avute dalla R.C., alcuni attrezzi
agricoli, animali e titoli di credito comprovanti prestiti di danaro corrisposti a terzi.

Pertanto la casa palaziata rimase a Teodoro Muscio che più tardi la alienò al figlio di Luigi, Domenico, che dopo
l’acquisto, vi abitò con la famiglia (ACO – Anagrafe: Registro di Popolazione c. 616). La casa rimase proprietà dei di Gennaro fino alla fine dell’800, più tardi fu alienata ai Ruocco ed in seguito passò ad altri.

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