PIEMONTESE, GLI AUGURI DI BUON LAVORO AL NEOPRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA FG

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“Il sistema Puglia ha bisogno che Confindustria della provincia di Foggia torni a esercitare un ruolo di protagonista nel confronto che deve orientare le politiche di sviluppo della Capitanata. L’esperta e generosa guida dell’ingegner Eliseo Zanasi è una garanzia di visione e pragmaticità”.

Lo ha detto il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, formulando gli auguri di buon lavoro al presidente eletto, ieri pomeriggio, dall’Assemblea dei soci di Confindustria Foggia.

(Comunicato Stampa Regione Puglia)

L’On. Giuseppe Pavoncelli, protagonista dell’Autonomia Civica di Stornara dal comune di Stornarella

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A cura di Francesco di Corato.

Una interessante pagina di Storia Locale Dimenticata che è un monito per il presente: se non si conosce la vera storia del passato non si possono costruire prospettive eccellenti per il futuro.

PROPOSTA DI LEGGE d’iniziativa del deputato PAVONCELLI svolta e presa in considerazione nella seduta del 22 febbraio 1905. Costrizione in comuni autonomi delle frazioni di Stornara e Stornarella. Seduta del 2 marzo 1905.

“ONOREVOLI COLLEGHI! — Una concessione del Governo napoletano a benefizio di coloni e braccianti disoccupati, costituì il nucleo originario di parecchi centri abitati, nella provincia di Foggia, che furono detti Siti reali. La concessione sovrana assegnando a ciascuno de’ coloni una zona di terra nel Tavoliere di Puglia, determinò il lenimento di ciascuno di essi: e cresciuti in popolazione, furono nel 1806, con decreto di Giuseppe Bonaparte, del 22 novembre, aggruppati in due comuni; furono riuniti ad Orta, Ordona e Carapelle; si fusero in un solo comune Stornara e Stornarella, ed in questa fu ed è messa la sede del comune, quantunque Stornara vantasse popolazione ed agiatezza alquanto maggiore della vicina Stornarella.

Quando fu sciolto il vincolo del Tavoliere, e trasformate nella Puglia le colture, prima impedite dall’obbligo di dovere quelle terre rimanere a pascolo per vantaggio del bestiame emigrante nel verno dagli Abruzzi sulla terra pugliese; nuova gente prese stanza in quelle frazioni di Stornara e Stornarella come nelle vicine, apportatrice di benessere, di lavoro nuovo, di nuovi bisogni.

Le due frazioni di Stornara e Stornarella non hanno rendite separate, pure avendo separate rappresentanze; da
anni, forse fin da quando furono unite in comune, sono state in lotta; lotta, di preponderanza e d’interessi, ciascuna pretendendo che l’altra si avvantaggiasse ed assorbisse le rendite della vicina; e quindi la gara ed i litigi per avere la preminenza nel Consiglio comunale, la prevalenza nella Giunta e, con sindaco amico, il maggiore proprio vantaggio.

Avvenne da ciò che ciascuna delle due frazioni, per quanto così vicine, per la tema di essere sopraffatta volle od ottenne servizi separati, con personale soverchio spesso mal retribuito, sicché ciò che ciascuna desidera, l’altra per sé pretende, senza preoccupazione delle finanze municipali e del vero interesse pubblico, che resta così completamente trascurato: la viabilità, l’igiene, la nettezza urbana, l’illuminazione, il servizio sanitario, quello de’pozzi pubblici sono in condizioni deplorevoli.

Per queste ragioni apparve unica soluzione di separare le frazioni stesse ed erigere ciascuna in comune autonomo; soluzione voluta e, suffragata dal voto unanime delle popolazioni e dalla approvazione della autorità tutoria.

D’altronde facile n’è l’attuazione. Del territorio di ciascuna frazione esistono le mappe: sulle piante preesistenti
nell’archivio di Stato ne furono rilevati i conni. Toccarono a Stornara ettari 3618 per una popolazione di 1727 abitanti ed ettari 3327 a Stornarella che conta 1659 abitanti. E poiché hanno patrimonio separato, fu facile al regio commissario di stabilire il bilancio amministrativo tipo per il 1903, che ebbe l’approvazione della Giunta amministrativa provinciale; onde ciascuna frazione trova nelle proprie risorse come soddisfare alle esigenze della propria amministrazione.

Il bilancio di Stornarella avrà un totale generale dell’entrata di lire 26,641.64, ed una spesa equivalente; e Stornara
un totale d’entrata di lire 21,018.50, con spesa uguale. Quando ai debiti ed ai crediti che il comune potrà avere all’atto della separazione delle frazioni il riparto sarà facile, e formerà il lavoro di stralcio del regio commissario.
Tenute presenti le ragioni che determinarono e imposero lo scioglimento del Consiglio comunale di Stornarella,
la nalità di rendere possibile lo sviluppo della vita cittadina, ed il parere favorevole del Consiglio provinciale di
Foggia, giusta comunicazione prefettizia del 17 novembre 1904, n. 20 201, la vostra Commissione propone di dare favorevoli suffragi alla seguente proposta di legge.

PROPOSTA DI LEGGE:

Art. 1. Le frazioni di Stornara e Stornarella che attualmente formano l’unico comune di Stornarella, sono separate ed erette in comuni autonomi conservando la loro denominazione.
Art. 2. Un Regio Commissario sarà nominato con l’incarico di provvedere allo stralcio della separazione dei due comuni.

Quando la disabilità diventa volàno per la felicità

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A cura di Salvatore Cuccia.

“La normalità non esiste. Non c’è alcuno standard di conformità dell’essere umano che possa determinare chi è normale e chi no. Nel genere umano siamo tutti diversi, ciascuno è unico e quindi nessuno dovrebbe essere escluso.”

Queste parole sono presenti in uno dei precetti del manifesto “Diversamente Felici” di Federico De Rosa ed esprimono attraverso tutta la loro sensibilità la profondità di questo ragazzo “speciale”. Attenzione, però a definirlo così! Per quale motivo potrebbe risentirsi di tale denizione? Semplice: Federico non ama la pietà delle persone rivolta verso di lui poiché lui si sente normale; al contrario chi ha degli handicap, siamo proprio noi a
vedere la disabilità come un limite.

Il 3 dicembre 2022, presso il Centro Polivalente di Stornara, si è svolto un incontro con Federico De Rosa, blogger e scrittore, dal titolo “Diversamente Felici”. La peculiarità di questo incontro è l’approfondimento di un mondo a noi ancora sconosciuto: l’Autismo. Federico, infatti, è un ragazzo di Roma autistico e autore di alcuni libri, tra cui “Quello che non ho mai detto”, pubblicato nell’ottobre del 2014.

In questa sua opera prima, ha raccontato la sua storia di persona autistica. Il 1° dicembre 2014, con questo libro, ha vinto il Premio Montesacro, nella categoria Scrittori e nella categoria Uomo dell’anno. Due anni dopo, nel
2016, ha editato “L’isola di Noi”, un racconto di fantasia che immagina un’isola dove risiede una fiorente civiltà autistica e dove tutto funziona in modalità autistica.

I neuro tipici vengono portati in visita guidata sull’isola per fare esperienza dell’autismo e poterlo comprendere. Infine, a maggio del 2020, ha pubblicato “Una mente diversa”, scritto con la collaborazione della sua neuropsichiatra storica Flavia Capozzi. Nel tomo propone una descrizione analitica e sistematica della sua mente autistica e del suo funzionamento.

Prima di addentrarci in questo viaggio, nel quale, scopriremo il mondo di De Rosa, facciamo un piccolo excursus inerente al perché il 2 aprile sia stato scelto come giornata mondiale dell’autismo. Si tratta di una ricorrenza istituita ufficialmente nel 1992 con la risoluzione 47/3 adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

L’obbiettivo di questa giornata è promuovere i diritti e il benessere delle persone disabili in tutti i campi della società civile. È in questa stessa direzione che va anche la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità adottata nel 2006, la quale ha ribadito il principio di difendere e salvaguardare, anche attraverso la ricorrenza del 3 dicembre, la qualità della vita delle persone disabili rispetto ai princìpi di uguaglianza e partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società.

L’autismo (dal greco αὐτός, aütós – stesso) è un disturbo del neurosvilluppo caratterizzato dalla compromissione
dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita.

Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione, divise tra cause neurobiologiche costituzionali e psicoambientali acquisite. Spiegato il perché di tale giornata, partiamo per il nostro percorso! L’evento si è aperto con i saluti istituzionali della dirigente UST (Ufficio Scolastico Territoriale) Maria Aida Episcopo, poi quelli della dirigente scolastica dell’IC Giovanni Paolo I di Stornara, Matilde Iaccarino e inne era presente, per fare gli onori di casa, la vicesindaca, nonché assessore alla Pubblica Istruzione, Brigida Andreano.

Prima di passare la parola al giovane De Rosa, è intervenuto il padre Oreste, il quale ha spiegato, in maniera sintetica, cosa ha comportato per lui e per la sua famiglia la disabilità di Federico, mettendo in risalto non solo le difficoltà presentatesi, ma anche le emozioni che questo loro figlio regala continuamente.

Dopo l’intervento del papà, Federico si è preso la scena rispondendo a tutte le domande attraverso il suo supporto elettronico del computer. Quali sono state le domande rivolte a Federico? E come ha risposto? La prima domanda, per rompere il ghiaccio è stata fatta dal prof. Giuseppe Fabrizio, il quale gli ha chiesto che tipo di musica amasse e Federico ha risposto: “Boogie Woogie. Amo Champion Jack Dupree”.

Un’altra domanda che gli è stata posta dalla vicesindaca Andreano, riguarda il rapporto che lui ha con la fede e con Dio. De Rosa ha replicato così: “Io penso che Dio ha fede in Federico e cerco di ricambiare questa fede”. Mediante queste parole Federico ha voluto trasmettere alle persone presenti la visione che lui ha in Dio e il fatto
che Dio lo abbia reso speciale e lo ami così com’è.

Un’altra domanda che gli è stata fatta riguarda la sua considerazione del futuro, cui Federico ha ribattuto: “Vivere basico a livello della dimensione biologica. Desiderare tanto ma aspettative zero. Non avere sogni ma una missione”. Una risposta molto toccante e profonda.

Per un autistico, infatti, vivere compiendo le stesse azioni, giornalmente, è un traguardo importante che trasmette sicurezza, poiché per loro l’imprevisto non è contemplato. In un paese in cui sembra non esserci spazio per la disabilità, riuscire a dare una piccola speranza a tutte le famiglie e ai ragazzi autistici, è per Federico di importanza vitale.

Tra le tante domande poste a Federico, c’è stata, anche, una domanda che ha commosso l’intera platea e in particolar modo chi l’ha posta, una madre con un figlio affetto dalla sindrome di down: “Un consiglio che Federico vorrebbe dare a un bambino diversamente felice e ai suoi genitori”. La risposta di quest’ultimo è stata davvero spiazzante: “Al bambino nulla. Perfetto così. Ai genitori di credere in lui, in tutte le sue capacità che ancora non si vedono. Credere che sarà diversamente felice”.

Attraverso la profondità di queste parole, Federico è riuscito ad entrare nei cuori di tutti i partecipanti, i quali
hanno davvero imparato tanto dalle sue parole.

(Fonte immagine: Disabilia).

Tecnologia, l’ uomo contro la macchina: realtà parallele a confronto

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A cura di Valeria Pagone.

Ormai, come nei nostri peggiori incubi, le macchine hanno quasi del tutto preso il posto dell’uomo nell’era moderna. L’automazione in molti settori lavorativi ha fatto sì che l’intervento dell’uomo fosse relegato, appunto ad un mero compito di controllo e supervisione; l’uso improprio degli smartphone provoca una sovraesposizione ad onde malsane per la salute, senza calcolare i danni ingenti che causa alle nostre menti.

Gli adulti pare riescano ancora a tenere sotto controllo l’uso dei telefonini ma i ragazzi e bambini sono sempre più assuefatti da tali tecnologie da non riuscire davvero più a farne a meno, situazione aggravata dall’eccessivo lassismo dei genitori nel relegare ai telefoni il compito di tenere impegnati i propri gli nel tempo libero.

Risulta invece molto utile l’uso sempre maggiore dei macchinari tecnologici in campo medico, superuo aggiungere che tali applicazioni servano a permettere che aumenti in modo esponenziale la qualità della vita di
ognuno di noi.

C’è poi la questione economica ed etica da tener presente, nella sempre crescente rincorsa delle varie nazioni verso il progresso tecnologico a tutti i costi, infatti si contrappongono due teorie, una secondo la quale un tale progresso diminuirebbe la povertà favorendo lo sviluppo economico, mentre la teoria opposta evidenzia come ovviamente a venire in possesso di tecnologie avanzate sarebbero solo una fetta più abbiente della popolazione, favorendo così invece maggiori disuguaglainze.

Nell’àmbito lavorativo, come sopra evidenziato, il progresso tecnologico favorirebbe la disoccupazione e di rimando lo stallo economico e dei consumi. Potrebbe sembrare di accorpare troppe argomentazioni, che prese singolarmente avrebbero il diritto di essere sviscerate per bene, c’è un comune denominatore in tutto ciò ed è appunto il progresso sempre crescente e smisurato che a volte non ci trova ancora del tutto pronti per accettare tali tecnologie, facendone quindi un uso improprio.

Sembra di trovarci in uno di quei film di fantascienza degli anni ’80 in cui le innumerevoli innovazione tecnologiche la facevano da padrone. Ora che invece la realtà ha di gran lunga superato l’immaginazione ci si trova davvero come in quelle scene apocalittiche in cui i robot cercavano di conquistare il mondo ma l’uomo con il suo discernimento, quello che lo diversicava dalle macchine, riusciva sempre, seppur per un soffio, ad averla vinta; solo che nei film c’erano attori pronti a recitare la propria parte al meglio, ora a rimetterci molto è l’intera umanità che invece troppo spesso permette alle macchine di comandare sulla propria vita, quella che non si può in alcun modo scambiare o confondere con il freddo calcolo di circuiti e di chip utilizzati.

Nell’era in cui le macchine decidono per noi, sapranno le generazioni future porre un limite a tale situazione? Per
concludere vi lascio con una citazione di Umberto Eco che trova ad attendere i nostri piccoli all’ingresso dell’aula
d’informatica alla scuola primaria, frase che trovo decisamente molto signicativa in proposito e che ci invita a riflettere a fondo: “Il computer è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.”

Guerra Russia-Ucraina, un conflitto nel cuore dell’Europa

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A cura di Franco Luce

È davvero tanto difficile definire il regi me politico instaurato in Russia da Vladimir Putin, attualmente l’uomo più potente del mondo. Ora, l’Europa in particolare, ha l’obbligo attraverso i su oi governanti, di immaginare e studiare quali conseguenze sociali e politiche hanno spinto il dittatore Putin ad invadere le fertili pianure dell’Ucraina.

Sarebbe anche importantissimo conoscere quali sono le eredità politiche, culturali e istituzionali del passato che
ancora plasmano la società e il mondo politico russo. Libri di importanti rilievi geo-politici, offrono il ritratto di un paese che è poco conosciuto nelle sue dinamiche interne, ma che è un attore primario nello scenario geopolitico mondiale, dalla guerra al terrorismo in Cecenia, (e non sarà certamente l’ultimo), al conflitto con l’Ucraina iniziato con l’invasione della Crimea.

Noi europei siamo stati degli ingenui a credere che la fine della Guerra fredda, con la caduta del muro di Berlino rendesse le guerre europee sempre più improbabili. Ma stiamo invece constatando che le due maggiori potenze del mondo euro-atlantico (Russia e Stati Uniti) stanno portando avanti una guerra per procura in Ucraina, nel cuo-
re dell’Europa.

Quali sono i reali motivi del conflitto? Quanto contano il carattere di Putin e quello di Zelenskyj? Le sanzioni produrranno l’effetto desiderato o rischiano invece di provocare danni soprattutto all’Europa? Siamo alla vigilia di una guerra che si estenderà all’intero continente? Sarà ancora possibile riunire tutti gli attori del dramma al tavolo della pace? Lo abbiamo creduto ed eravamo convinti della definitiva fine della Guerra fredda in particolare dopo lo storico abbattimento del muro di Berlino.

Avevamo anche creduto che dopo la brutta esperienza e i danni provocati dalla seconda guerra mondiale con i suoi oltre 60 milioni di morti, si sarebbe naturalmente modificata la geopolitica delle grandi potenze. Pensavamo che non avrebbero più vissuto in un clima di reciproca diffidenza e che gli strateghi delle due parti non avrebbero trascorso gran parte del loro tempo fra piani offensivi e difensivi.

Ora ci accorgiamo di aver commesso gravissimi errori di valutazione. Le due maggiori potenze (Russia e Stati Uniti) continuano a vivere nella convinzione che vi è sempre un nemico e che occorre continuamente preparare il Paese ad affrontarlo e se mai distruggerlo. Per queste due potenze e mi auguro che non si aggiunga una terza (la Cina), esiste sempre un altro Paese che diventa, anche contro la sua volontà, la causa del conflitto.

Il Paese scelto, in questo caso, è l’Ucraina. Stiamo parlando di politica internazionale, vale a dire di un mondo in cui gli Stati hanno interessi competitivi, ambizioni aggressive, sospettosi timori e spregiudicati argomenti. Una persona di cui ho molta stima, l’ambasciatore Sergio Romano esperto di politica internazionale, descrive così Putin: “Sappiamo oramai che Putin non è mai stato comunista, anzi detesta Lenin e ritenendosi patriota gli rinfaccia, come sappiamo, la pace di Brest Litovsk, il trattato del marzo 1918 con cui gli imperi centrali tolsero alla Russia zarista territori abitati da 56 milioni di persone.

Putin, ama il suo Paese e vorrebbe che la Russia continuasse ad avere nelle relazioni internazionali lo status di grande potenza come ai tempi dell’Unione Sovietica. Nel 2002 nel vertice atlantico di Pratica di Mare, un uomo come Vladimir Putin fu accettato da George W. Bush, da Silvio Berlusconi e da altri per una dichiarazione congiunta contro il terrorismo.

Questa pace fasulla, russo-americana, come sappiamo, durò sino a quando Washington preferì permettere che i
Paesi dell’Europa centro-orientale (ex-satelliti dell’URSS) entrassero nella NATO, creata per combattere la Russia comunista. Da allora Putin ha cominciato a comportarsi come se le nuove democrazie dell’Europa centro-orientale fossero i suoi nemici, inoltrando in quei paesi agenti sabotatori nella democrazia occidentale.

Potrebbe essere Zelenskyj un uomo capace di creare migliori rapporti con le democrazie e i Paesi vicini della Europa centro-orientale? Volodymyr Zelenskyj è un attore che ha conquistato il suo pubblico con una serie televisiva il cui protagonista è un insegnante, che denuncia casi di corruzione, alquanto frequenti nel suo Paese.

Il programma piacque al pubblico, dette il suo nome a un movimento politico e quando Zelenskyj, nel 2019, decise di candidarsi alle elezioni per la presidenza della Repubblica, i suoi connazionali lo elessero al ballottaggio con il 73% dei voti. Fu sicuramente una scelta democratica di un popolo che la sua classe dirigente aveva esasperato, deluso e impazientito. A questa scelta del popolo ucraino, la Russia risponde oltrepassando in armi i confini dove aveva già creato delle teste di ponte con movimenti filorussi.

L’Occidente risponde con le sanzioni per persuadere l’avversario a correggere la sua politica, non solo, ma con l’aspettativa, più o meno esplicita, di un radicale cambio di regime, vale a dire la sollevazione del popolo contro il proprio governo. Però, non sempre le sanzioni producono l’effetto desiderato e in molti casi finiscono per provocare danni e inconvenienti, colpendo anche i Paesi che le hanno imposte. Il resto, è storia recente alla quale assistiamo ogni giorno con i nostri mass-media, e credo che nessuno (per ora) possa conoscere l’esito di questo conflitto che ogni giorno allarga i propri confini.

Avevamo creduto, che la morte del Partito comunista sovietico e la dissoluzione dell’URSS nel 1991 avrebbero dovuto aprire un capitolo nuovo nella storia delle loro relazioni internazionali, ma i pregiudizi, quando sono radicati nella memoria dei popoli, scompaiono lentamente, soprattutto se i Paesi ricorrono all’arma delle sanzioni. Pare che, a mio modesto parere, America e Russia sono entrambe orfane della Guerra Fredda, generando periodicamente sussulti di rivendicazioni geopolitiche, dovute sicuramente alla definitiva morte del comunismo, loro originaria missione.

Gli Stati Uniti non sono più custodi della democrazia, campioni della libertà, baluardo della civiltà contro il pericolo rosso. Mentre la Russia non è più la nemica di un liberismo sfrenato e inumano e l’annunciatrice di una nuova giustizia sociale. Paradossalmente anche gli Stati Uniti, come la Russia, sono alla ricerca di una nuova identità. Credo o forse me lo auguro che, seppure lunga la strada per arrivare ad una pace o ad un compromesso, avrà la sua conclusione e sarà la deterrenza nucleare ad imporla. Di un esito sono certo: “Saranno diversi gli at-
tuali confini”.

 

Ryanair, l’estate pugliese con 6 rotte in più e 500 milioni di investimenti

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Ryanair ha presentato oggi nella sede della Presidenza della Regione Puglia un importante operativo estivo per la Puglia, con 72 rotte, tra cui 6 nuove rotte per Breslavia, Dublino, Kaunas, Poznan, Skiathos e Venezia, e oltre 770 voli settimanali da/per Bari e Brindisi.

La compagnia inoltre baserà 5 aeromobili in Puglia per l’estate 2023 con un investimento di 500 milioni di dollari e supporterà 150 posti di lavoro altamente retribuiti per piloti, personale di cabina e ingegneri, con un indotto di oltre 4.200 posti di lavoro totali. Secondo le stime aziendali si prevedono oltre il 60% di crescita rispetto al periodo pre-Covid e 5,5 milioni di passeggeri da/per la nostra regione.

“I vettori low cost hanno contribuito in modo straordinario alla crescita della rete aeroportuale pugliese e, con essa, all’affermazione del brand Puglia sul mercato turistico internazionale – ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano -. Se la Puglia, oggi più che mai, è una tra le più importanti top destination lo è anche per la capillarità dei collegamenti che Aeroporti di Puglia e le compagnie aeree, in questo caso Ryanair, hanno messo a disposizione dell’industria turistica pugliese.

Un patrimonio di opportunità realizzate, frutto di scelte strategiche condivise dalla Regione Puglia che ha riguardato anche il potenziamento delle infrastrutture aeroportuali e la qualificazione dei servizi, così come l’interconnessione tra rete aeroportuale, ferrovie e viabilità, che non può essere disperso, ma che, anzi, abbiamo il dovere di salvaguardare affinché si possano realizzare nuovi progetti e occasioni di sviluppo indirizzate a mercati internazionali a cui la Puglia saprà guardare. Solo così potremo dare linfa vitale a ulteriori iniziative imprenditoriali che rafforzino l’appeal di un territorio con pochi eguali per dinamicità, bellezza e storia”.

“Una Puglia sempre più internazionale, vicina al mondo e facilmente raggiungibile – ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane -. Rinsaldiamo oggi la partnership con Ryanair per la stagione estiva 2023 con sei nuove rotte che generano nuovi posti di lavoro e importanti ricadute economiche. Una collaborazione di successo che ha contribuito ai risultati record registrati sui flussi turistici nella nostra regione e che ora rinnoviamo con l’obiettivo di garantire servizi sempre più moderni ai pugliesi e a chi sceglie le nostre destinazioni. Superando il primato del 2019, i  passeggeri movimentati dai nostri aeroporti sono stati oltre 9 milioni nel 2022, con un aumento di circa 12,5 punti percentuali.

La crescita ha caratterizzato anche i flussi internazionali con un incremento complessivo dell’8% sul pre-pandemia. Proprio l’incoming estero ha trainato la ripresa del turismo: nei mesi di maggio e ottobre scorsi, i turisti stranieri in Puglia sono stati il 52% del totale, superando quelli italiani. Questo traguardo è per la Regione Puglia un punto di partenza che testimonia gli investimenti nello sviluppo dei collegamenti aerei, l’ottimo lavoro di Aeroporti di Puglia e la stretta collaborazione istituzionale in Regione e con i Comuni. Una sinergia che si rafforzerà ulteriormente per migliorare l’offerta turistica complessiva”

“Oggi è stato presentato un ricco programma di collegamenti aerei estivi tra gli aeroporti di Bari e Brindisi e il resto d’Italia e di Europa, che mette in evidenza come la Puglia sia una meta turistica sempre più ambita ma soprattutto come Aeroporti di Puglia sia ritenuta una società affidabile da un vettore del calibro di Ryanair – ha evidenziato l’assessore regionale ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile, Anita Maurodinoia -.

La Regione ha investito, e continuerà a farlo, sul potenziamento infrastrutturale di tutti gli aeroporti regionali e sulla riqualificazione delle strutture land side, prestando attenzione a interventi per il miglioramento dei sistemi di sicurezza e di gestione del traffico aereo e anche per la mitigazione del rischio ambientale. Al servizio dell’utenza, in particolare dei turisti, si lavora per incrementare i collegamenti intermodali di ultimo miglio e i servizi TPL di linea verso i centri urbani. Non mancano e non mancheranno investimenti diretti a potenziare il settore e le infrastrutture aerospaziali in un’ottica di rafforzamento della progettazione e del trasporto aereo, nonché di iniziale elaborazione e sperimentazione del trasporto spaziale (suborbitale, spaziale e degli aeromobili a pilotaggio remoto).”

“Quella ormai alle porte si preannuncia come una nuova straordinaria stagione per gli aeroporti di Bari e Brindisi – ha affermato il presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile -. In questo scenario, Ryanair si conferma un partner commerciale di assoluto valore: i nuovi collegamenti annunciati oggi, che si aggiungono ai tanti ormai consolidati nel tempo, ci permettono di offrire un network di destinazioni che coprono tutti i più importanti mercati nazionali e internazionali. Il nostro impegno è sempre stato quello di garantire la mobilità dei pugliesi, ma anche il più ampio ventaglio di mercati, così da alimentare e supportare il nostro Sistema turistico.

L’annuncio odierno, tuttavia, non va considerato come l’ennesimo traguardo di una collaborazione che affonda le sue radici nel tempo. Rappresenta per Aeroporti di Puglia, così come per Ryanair, l’inizio di una stagione all’insegna dello sviluppo e di nuovi obiettivi da raggiungere. Vogliamo garantire alla Puglia e ai pugliesi, le migliori opportunità di viaggio, che siano di studio, di lavoro piuttosto che di svago, e per questo ci impegniamo a migliorare ancor di più quanto di buono abbiamo sin qui realizzato. Vogliamo supportare il nostro sistema industriale garantendo collegamenti che favoriscano l’export del Made in Puglia, certi di contare, come è sempre stato sino ad ora, sulla vicinanza della Regione Puglia e sul prezioso lavoro dei nostri dipendenti e sulla qualità delle nostre infrastrutture su cui investiamo quotidianamente.”

Il Direttore del Commerciale di Ryanair, Jason McGuinness, ha dichiarato: “In qualità di compagnia aerea n. 1 in Italia, Ryanair è lieta di annunciare il più grande operativo di sempre per la Puglia per l’estate 2023, con 6 nuove rotte verso destinazioni interessanti, tra cui Breslavia, Dublino, Kaunas, Poznán, Skiathos e Venezia, offrendo ai clienti pugliesi una scelta ancora più ampia per le loro vacanze estive alle tariffe più basse d’Europa. Con 5 aeromobili basati in Puglia – che rappresentano un investimento di 500 milioni di dollari e sostengono 4.200 posti di lavoro altamente retribuiti nell’indotto – Ryanair continua a garantire più traffico, più posti di lavoro e tariffe più basse di qualsiasi altra compagnia aerea per l’Italia ed in Europa. Per consentire ai nostri clienti e ai visitatori da/per la Puglia di prenotare la loro fuga estiva alle tariffe più basse, stiamo lanciando una promozione speciale con posti disponibili a partire da soli 29,99 euro per viaggi tra aprile e ottobre 2023, che può essere prenotata su Ryanair.com.”

(Comunicato stampa Regione Puglia)

Iveco Bus, inaugurazione a Foggia il 18 aprile dei bus CNG

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Sarà inaugurato il 18 aprile alle 10.30 all’interno dell’area dell’impianto  foggiano Fiat Power Train in zona Asi il nuovo stabilimento Iveco Bus di Iveco Group di Foggia.

Iveco Bus ha fatto della transizione ecologica la sua missione, sviluppando CNG come trasmissione alternativa al petrolio e bus elettrici. Gli autobus con motori a gas naturale sono più silenziosi e senza emissioni di particelle.

La leadership di Iveco Bus nella propulsione a gas naturale è dimostrata da una presenza globale sui mercati pubblici e privati.

(Comunicato stampa Iveco Bus di Foggia)

Regione Puglia, istituito l’Osservatorio Digitale

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Il percorso di redazione del documento strategico regionale di Agenda Digitale della Puglia, #PugliaDigitale2030, avviato lo scorso febbraio con l’istituzione di uno specifico Gruppo di lavoro interdipartimentale, si arricchisce oggi di un apposito Osservatorio.

La Giunta regionale ha infatti deliberato la costituzione dell’Osservatorio regionale dell’Agenda Digitale, che sarà istituito dal Gruppo interdipartimentale (composto dalla Direttora del Dipartimento Sviluppo Economico, dal Dirigente della Sezione Trasformazione Digitale, dal Responsabile per la Transizione Digitale, dal Presidente di ARTI – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, dal Direttore Generale  di PugliaSviluppo e dal Direttore Generale di InnovaPuglia S.p.A.) e che avrà il compito di svolgere attività di osservazione, raccolta, monitoraggio e analisi di dati relativi al sistema IT pugliese, nonché raccogliere i bisogni delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni pugliesi nei vari settori, dalla sanità alla finanza, dalle infrastrutture alla scuola all’industria manifatturiera ecc. .

L’Osservatorio regionale dell’Agenda Digitale pugliese sarà presieduto dall’Assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, e costituito da venti componenti esperti: sei componenti del Gruppo di lavoro interdipartimentale; un rappresentante di ANCI Puglia; un rappresentante di UNIONCAMERE Puglia; un rappresentante del CURC Puglia – Comitato Regionale di Coordinamento Universitario; un rappresentante del settore della ricerca non universitaria, nonché di Centri di Competenza ad alta specializzazione (MedITech Competence Center I 4.0); un rappresentante dell’Ufficio Scolastico Regionale pugliese; un rappresentante degli Istituti Tecnici Superiori regionali; due rappresentanti dei distretti tecnologici pugliesi attivi nel settore delle tecnologie informatiche (Dhitech Scarl, Distretto Produttivo dell’Informatica); un rappresentante dei Poli europei di innovazione Digitale, tre  rappresentanti del partenariato economico e sociale istituito per la gestione dei fondi europei (PES), di cui uno in rappresentanza del Forum de terzo settore, uno in rappresentanza delle associazioni datoriale ed uno rappresentativo delle organizzazioni sindacali; un rappresentante degli Enti non a scopo di lucro attivi in ambito ICT; un rappresentante delle Associazioni di cittadinanza attiva.

La partecipazione dell’Osservatorio è a titolo gratuito, senza oneri per l’Amministrazione: “L’istituzione dell’Osservatorio regionale del Digitale in Puglia – ha dichiarato Delli Noci – rappresenta un importante strumento di partecipazione che ci consente di coinvolgere direttamente le pubbliche Amministrazione e le imprese, di conoscerne le reali esigenze e di migliorare l’efficacia delle decisioni.

L’Osservatorio è un uteriore tassello che si aggiunge all’istituzione del Gruppo di lavoro interdipartimentale che ha il compito di lavorare su una proposta di documento programmatico in grado di definire le strategie per le competenze digitali, le infrastrutture digitali sicure e sostenibili, la trasformazione digitale delle imprese, in particolare delle micro, piccole e medie imprese, la digitalizzazione dei servizi pubblici e di individuare gli interventi regionali di promozione e sostegno dei settori legati alla filiera ICT, razionalizzando e ottimizzando le risorse finanziarie disponibili. In quest’ottica, monitorare il settore sarà fondamentale”.

(Comunicato stampa Regione Puglia)

5RS, I luoghi della cultura nei 5 Reali Siti

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di Alfonso Maria Palomba

Ho detto altrove come la cultura possa e debba diventare centrale nella prospettiva del futuro e nella visione politica dello sviluppo territoriale, in quanto è, ad oggi, l’unica via possibile per creare le condizioni non solo per cementare il foedus intercomunale, incarnatosi nella storia dell’“Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti”, ma anche la crescita comprensoriale in termini turistici ed economici.

Purtroppo, è un’idea, questa, che stenta a farsi strada, perché spesso si antepone la cultura dell’intrattenimento (gestita da questa o da quella associazione) a quella che si trasforma tout court in uno strumento aperto e dinamico, in grado di rielaborare effettive proposte alternative di rinnovamento, incidendo, da un lato, sulle strutture economiche e sociali, dall’altro, sul modo di essere della gente.

Per fare tutto questo, occorre che si aprano al più presto tutti i luoghi della cultura presenti nei cinque comuni e che si dia a tutti, ricercatori e non, la possibilità di potervi accedere tranquillamente. Ortanova e Stornarella in primis, ma anche Stornara, Carapelle ed Ordona, hanno un patrimonio archivistico invidiabile, che merita di essere esplorato e studiato a fondo: questo comporta che le amministrazioni comunali – absit iniuria verbis (l’offesa sia lontana dalla parola) – possano, per non dire debbano, al più presto trovare le risorse adeguate, gli
operatori necessari e i locali idonei, per trovare una sistemazione logistica a tutte le loro carte d’archivio.

In quelle carte c’è tutta la storia dei cinque paesi, ci sono le mille difficoltà incontrate dalle cinque comunità, a far
data dalla loro nascita e no ai nostri giorni: è davvero un peccato che tutto debba rimanere nel chiuso di qualche magazzino impolverato, dove nessuno può mettere piede. Gli archivi storici meritano più attenzione, prima che l’umidità cancelli ogni traccia!

Un primo passo fu fatto ormai più di dieci anni fa, quando, grazie ad un nanziamento della Regione Puglia (cfr. Progetto “A5RS”), furono riordinati per la prima volta gli archivi comunali dei cinque comuni, compiendo una “bella” operazione di valorizzazione della memoria, della storia e delle tradizioni locali, a suggello della quale giunse, nel marzo 2011, una preziosa pubblicazione, curata da Maria Di Meo e Luigi P. Marangelli ed intitolata “Archivi storici dei Cinque Reali Siti (Foggia, Editrice Parnaso, 2011)”.

Un vero e proprio donum per le comunità dell’“Unione”, una specie di prezioso catalogo dell’esistente, una sorta di filo d’Arianna capace di consentire la fruizione (da parte di ricercatori, storici, studenti, insegnanti ed altri) della documentazione che nel tempo aveva acquisito un interesse storico.

Orbene, oggi si tratta di continuare il lavoro avviato, dando vita ad una seconda fase dell’iniziativa, quella della disponibilità del patrimonio archivistico, per incentivare la consultazione e la ricerca, individuando locali
ampi e luminosi, in cui ci si possa sedere per prendere appunti e per studiare.

Analogo discorso vale per le biblioteche, perché, se Atene piange, Sparta non ride. Già mi par di sentire, a questo punto, l’omerica risata degli “profeti” della tecnologia, per i quali, così come ebbe a dire dal podio un ex-sindaco di Carapelle, le biblioteche possono essere tranquillamente chiuse, considerato che con un semplice clic è possibile oggi raggiungere qualsiasi tipo di informazione su internet.

Inorridisco ancora nel ricordare quelle parole! Di certo, però, la biblioteca di oggi non può più essere concepita come un tempo, ma va ripensata in termini moderni ed innovativi: essa, infatti, non è solo il luogo deputato alla lettura, ma è anche “contenitore”/centro di animazione sociale e culturale, “struttura polivalente”, capace di rispondere alle domande e ai bisogni dell’utenza territoriale.

Questo signica, però, investire nella cultura, che non può essere più la “cenerentola” dei bilanci comunali.
Hoc in votis. Almeno per chi ha a cuore la crescita e lo sviluppo.

Giovani, al via i primi nodi di Galattica della Regione Puglia

Sono sessanta i primi Nodi della Rete Galattica pensati con e per le giovani e i giovani pugliesi, che vogliono costruire il proprio progetto di vita ed essere protagonisti del futuro delle proprie comunità.

Sessanta luoghi fisici pronti ad accogliere servizi per l’informazione, l’accompagnamento e il supporto all’attivazione, sessanta spazi in cui informarsi, apprendere, scoprire talenti e attitudini e dove cogliere le sollecitazioni possibili in un gruppo tra pari.

A presentare l’avvio della rete, questa mattina presso la Fiera del Levante, Alessandro Delli Noci, Assessore alle Politiche Giovanili della Regione Puglia, Serena Angioli, dirigente Agenzia Italiana per la Gioventù, Gianna Elisa Berlingerio, Direttrice del Dipartimento Sviluppo Economico, Antonella Bisceglia, Dirigente Sezione Politiche Giovanili.

Presenti all’iniziativa oltre 200 partecipanti tra sindaci e funzionari comunali – che hanno firmato il Manifesto dei Valori delle Politiche Giovanili – esponenti di associazioni giovanili e del partenariato economico e sociale.

A guidare questo processo saranno degli Youth Worker, giovani professionisti e animatori di comunità in grado di sollecitare e mettere in rete le risorse del territorio, far emergere i talenti inespressi e generare scambi di pratiche e di esperienze.

Tra le attività previste, un percorso sperimentale di Servizio Civile Regionale per il coinvolgimento di giovani volontari nella diffusione e nello sviluppo delle attività dei nodi di Galattica.

“Siamo una comunità che oggi ha dimostrato di essere unita nella costruzione di Politiche giovanili in grado di soddisfare le reali esigenze delle ragazze e dei ragazzi pugliesi – ha commentato l’assessore alle Politiche giovanili, Alessandro Delli Noci -. È la prima volta che le amministrazioni comunali concorrono, insieme alla Regione Puglia, alla realizzazione delle politiche giovanili, un fatto importante di cui essere fieri e responsabili.

I Nodi della Rete Galattica, nata dagli spunti emersi dal processo partecipato che ha coinvolto oltre 4000 giovani, sono spazi di comunità e di scambio che si arricchiscono di elementi virtuali ma che sono concreti, tangibili, pensati per soddisfare la richiesta di partecipazione dei giovani e delle giovani pugliesi. Un’occasione per fornire loro le informazioni di cui hanno bisogno, per far conoscere le opportunità e gli strumenti, per far vivere loro delle esperienze di formazione, per progettare e sperimentare.

Tutto questo sarà fatto tra pari, grazie alla presenza degli Youth Worker Galattici, giovani professionisti in grado di facilitare l’apprendimento e lo sviluppo personale e sociale dei giovani. Un ponte – ha concluso Delli Noci – per raggiungere i ragazzi e le ragazze di Puglia usando il loro linguaggio e gli strumenti a loro più consoni. Ringrazio i comuni pugliesi per aver colto e accolto questa opportunità con tanto entusiasmo, ringrazio le associazioni giovanili e lo staff delle Politiche giovanili per aver reso questo progetto così partecipato e capace di coinvolgere settori e agenzie regionali”.

“L’Agenzia Italiana per la Gioventù – ha dichiarato Serena Angioli, dirigente dell’area Direzione generale dell’Agenzia Italiana per la Gioventù – partecipa al lancio della rete Galattica della Regione Puglia e riconosce l’importanza del processo partecipativo attivato e finalizzato alla definizione e valorizzazione delle politiche giovanili nella Regione. In particolare l’Agenzia apprezza la scelta di valorizzare in questo percorso gli youth worker che ricoprono un ruolo importante nell’accompagnare gli Enti locali, attivare i giovani e creare un collegamento tra le realtà territoriali, quelle regionali e quelle europee. Su questi temi, in particolare sulla connessione con le politiche europee, l’Agenzia è molto attiva e impegnata. La Regione Puglia e l’Agenzia Italiana per la Gioventù svilupperanno ulteriori azioni nel campo della formazione, della mobilità europea e della partecipazione giovanile, che consentiranno di dare attuazione al protocollo d’intesa siglato tra i due Enti”.

“L’impegno della Regione Puglia e dei Comuni pugliesi – ha dichiarato Gianluca Vurchio, vice presidente ANCI Puglia – ci permette di concretizzare il grande lavoro fatto sulle Politiche giovanili anche nel solco della continuità, come accade nei Comuni in cui i gli spazi in cui si realizzano i Nodi coincidono con quelli dei Laboratori Urbani o di Luoghi Comuni.

Come Anci Puglia crediamo molto in questa misura, che ha un enorme valore sociale, e ci auguriamo per questa ragione che tutti i comuni partecipanti possano essere accolti in seconda battuta”.

(Comunicato stampa Regione Puglia)