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A cura di Salvatore Cuccia.

“La normalità non esiste. Non c’è alcuno standard di conformità dell’essere umano che possa determinare chi è normale e chi no. Nel genere umano siamo tutti diversi, ciascuno è unico e quindi nessuno dovrebbe essere escluso.”

Queste parole sono presenti in uno dei precetti del manifesto “Diversamente Felici” di Federico De Rosa ed esprimono attraverso tutta la loro sensibilità la profondità di questo ragazzo “speciale”. Attenzione, però a definirlo così! Per quale motivo potrebbe risentirsi di tale denizione? Semplice: Federico non ama la pietà delle persone rivolta verso di lui poiché lui si sente normale; al contrario chi ha degli handicap, siamo proprio noi a
vedere la disabilità come un limite.

Il 3 dicembre 2022, presso il Centro Polivalente di Stornara, si è svolto un incontro con Federico De Rosa, blogger e scrittore, dal titolo “Diversamente Felici”. La peculiarità di questo incontro è l’approfondimento di un mondo a noi ancora sconosciuto: l’Autismo. Federico, infatti, è un ragazzo di Roma autistico e autore di alcuni libri, tra cui “Quello che non ho mai detto”, pubblicato nell’ottobre del 2014.

In questa sua opera prima, ha raccontato la sua storia di persona autistica. Il 1° dicembre 2014, con questo libro, ha vinto il Premio Montesacro, nella categoria Scrittori e nella categoria Uomo dell’anno. Due anni dopo, nel
2016, ha editato “L’isola di Noi”, un racconto di fantasia che immagina un’isola dove risiede una fiorente civiltà autistica e dove tutto funziona in modalità autistica.

I neuro tipici vengono portati in visita guidata sull’isola per fare esperienza dell’autismo e poterlo comprendere. Infine, a maggio del 2020, ha pubblicato “Una mente diversa”, scritto con la collaborazione della sua neuropsichiatra storica Flavia Capozzi. Nel tomo propone una descrizione analitica e sistematica della sua mente autistica e del suo funzionamento.

Prima di addentrarci in questo viaggio, nel quale, scopriremo il mondo di De Rosa, facciamo un piccolo excursus inerente al perché il 2 aprile sia stato scelto come giornata mondiale dell’autismo. Si tratta di una ricorrenza istituita ufficialmente nel 1992 con la risoluzione 47/3 adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

L’obbiettivo di questa giornata è promuovere i diritti e il benessere delle persone disabili in tutti i campi della società civile. È in questa stessa direzione che va anche la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità adottata nel 2006, la quale ha ribadito il principio di difendere e salvaguardare, anche attraverso la ricorrenza del 3 dicembre, la qualità della vita delle persone disabili rispetto ai princìpi di uguaglianza e partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società.

L’autismo (dal greco αὐτός, aütós – stesso) è un disturbo del neurosvilluppo caratterizzato dalla compromissione
dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita.

Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione, divise tra cause neurobiologiche costituzionali e psicoambientali acquisite. Spiegato il perché di tale giornata, partiamo per il nostro percorso! L’evento si è aperto con i saluti istituzionali della dirigente UST (Ufficio Scolastico Territoriale) Maria Aida Episcopo, poi quelli della dirigente scolastica dell’IC Giovanni Paolo I di Stornara, Matilde Iaccarino e inne era presente, per fare gli onori di casa, la vicesindaca, nonché assessore alla Pubblica Istruzione, Brigida Andreano.

Prima di passare la parola al giovane De Rosa, è intervenuto il padre Oreste, il quale ha spiegato, in maniera sintetica, cosa ha comportato per lui e per la sua famiglia la disabilità di Federico, mettendo in risalto non solo le difficoltà presentatesi, ma anche le emozioni che questo loro figlio regala continuamente.

Dopo l’intervento del papà, Federico si è preso la scena rispondendo a tutte le domande attraverso il suo supporto elettronico del computer. Quali sono state le domande rivolte a Federico? E come ha risposto? La prima domanda, per rompere il ghiaccio è stata fatta dal prof. Giuseppe Fabrizio, il quale gli ha chiesto che tipo di musica amasse e Federico ha risposto: “Boogie Woogie. Amo Champion Jack Dupree”.

Un’altra domanda che gli è stata posta dalla vicesindaca Andreano, riguarda il rapporto che lui ha con la fede e con Dio. De Rosa ha replicato così: “Io penso che Dio ha fede in Federico e cerco di ricambiare questa fede”. Mediante queste parole Federico ha voluto trasmettere alle persone presenti la visione che lui ha in Dio e il fatto
che Dio lo abbia reso speciale e lo ami così com’è.

Un’altra domanda che gli è stata fatta riguarda la sua considerazione del futuro, cui Federico ha ribattuto: “Vivere basico a livello della dimensione biologica. Desiderare tanto ma aspettative zero. Non avere sogni ma una missione”. Una risposta molto toccante e profonda.

Per un autistico, infatti, vivere compiendo le stesse azioni, giornalmente, è un traguardo importante che trasmette sicurezza, poiché per loro l’imprevisto non è contemplato. In un paese in cui sembra non esserci spazio per la disabilità, riuscire a dare una piccola speranza a tutte le famiglie e ai ragazzi autistici, è per Federico di importanza vitale.

Tra le tante domande poste a Federico, c’è stata, anche, una domanda che ha commosso l’intera platea e in particolar modo chi l’ha posta, una madre con un figlio affetto dalla sindrome di down: “Un consiglio che Federico vorrebbe dare a un bambino diversamente felice e ai suoi genitori”. La risposta di quest’ultimo è stata davvero spiazzante: “Al bambino nulla. Perfetto così. Ai genitori di credere in lui, in tutte le sue capacità che ancora non si vedono. Credere che sarà diversamente felice”.

Attraverso la profondità di queste parole, Federico è riuscito ad entrare nei cuori di tutti i partecipanti, i quali
hanno davvero imparato tanto dalle sue parole.

(Fonte immagine: Disabilia).

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